Angelo Tasca - Socialismo e fascismo

volontà di reazione e di rivincita. Quando Mussolini, verso la. metà del 1921, aderì per qualche settimana all'id.ea di sta•bilizzare la situazione sulla base di un compromesso, i fa;scisti <Ielle zone rurali, fecera fallir,e il suo piano incoraggiati nella loro in-~ra:nsigenza da t u tti i ceti conservatori. Il fasc:ismo « squactr:sta », « sterminatore » è nato dalla congiunzione de·Ji 'offens·va capita-listica con le ambizioni e con gli appetiti di .dati gl'U'PPi della pi-ccola e med:a borghesia lasciati in secco dal riflusso della grande corrente della guerra, che per quattro anni li aveva 'POrtati in alto sui suoi fl utti. Ed è così che, . ...secondo un'altra espressione di TU!l'a!ti, una «''l'ivoluzione a parole », il cui Impeto era già spezzato dall'ottobre 1920, fu seguita da una «controrivoluzione d1 sangue», una «controrivoluzione postuma e preventiva» ! ... Nello stesso momento ln cui si scatena l'offensiva capitalista e fascista un altro fattore indebolisce la resistenza operaia, All'inizio del 1921 la cr:si -econom~ca si fa grave e gli industriali non esitano a servir.sene come d'un'arma procedendo a licenziamenti in massa di personale. Le commission i interne e i sin.j.acati cominciano ad opporre H loro veto, ma non possono alla lunga resistere su una pos!zione pu - ramente Jlegativa. Gli industriali minacciano di chiudere le fabCri:c.he, che gll.i 'Operai non han più voglia di occupare. S~ cerca allora un compromes<so, e con un sicuro istinto di conservazione e un forte Sentimento di solidariebà, le commiss:onl intern-e '(ii fabbrica e i sindacati impongon·o - ~Io ;possono ancora - la ·r:duzione delle ore di lavoro per tutto il per-sonale al fine di evitare i licenziamenti. 'l'a'le sacrificio di tutti a favore di tutti riduce sensibilmente il salario di ognuno; quelli che t;emono di perdere il loro posto l'accettano più volen - tieri, ment:rr-e quelH che non sono o non si credono minacciati dal licenziamento, ne risentono alla lunga un certo disagio, una ce<rta stanchezza. Ci si rassegna allo:a a lasciar eliminare qu-esta. o queHa categoria di operai : coloro che hann o un po' di terra al sole, che non hamno carichi di fa - miglia, gli ul·timi venuti nella fa•bbrica. Espedienti logoranti che aprono una breccia nel fronte operaio. I sacrificati con l'accordo ta-cito o espresso dì quelli che restano, partono inaspriti, talvolta disperati. SimilJ situazioni non possono protrarsi che a :patto di aprire nuove prospettive ; al contrario, gli opera·i hanno, or:a, la sensazione d·i trovarsi in un vicolo ci-eco e che U loro sacr"ifi.-cio è inutile ipoichè In :l..efin:.'tiva gli industriali arriveranno Io stesso .a ridur·re il personale nella misura voluta. Si pot>rebbe uscirne mediante una grand·e poIU:ca che mobiUtasse le risorse nazionali per arrestare la crisi economica e garantire comunque un « minimo vitale» a tutti i lavoratori ; ma chi può fare una tale politica ? Non i socialisti, i quali spiegano da due almi che questa crisi è la crisi del regime capitalistico, anzi l' « ultima crisi :t , e che b:sogna lasciare che la borghesia «s'arrangi». Anche meno le classi domina nti, perchè ne·lla loro quasi totalità non hanno chE: uno scopo, che un'ossessione : far piegar la cervice ai lavora-· tori, domarli una vol ta per sem'Pre nella strada e nella fa'h·· brica. Ed il fascismo è lì per aiutarli nella bisogna. -8 - Biblioteca Gino Bianco

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