Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Maestri e compagni uomini. Nel 1866, l'Italia si sentl vinta, dopo la sola battaglia di Custoza, con soli 736 morti. Oggi il nostro popolo, sebbene combatta da due anni e mezzo la guerra piu micidiale della storia:, si è ripreso dopo un attimo di funesto abbandono, è tornato ad affermare la sua volontà di resistenza e di vita, grida di nuovo in faccia al nemico la coscienza del suo onore. Esso è assai migliore di noi. Ha in sé tutti gli elementi per divenire un nobile popolo libero, purché trovi alfi.ne una classe dirigente, capace intellettualmente di comprenderlo, degna moralmente di governarlo. Perché "popolo libero è quello solamente, in cui i potenti e ricchi fanno un perenne sacrificio di sé ai poveri e ai deboli. Aiutare coloro che soffrono, vicino a noi, è il nostro dovere, è il nostro interesse, supremo, urgente; e ci restituirebbe l'ideale perduto." Achille Coen' Nacque a Pisa il 5 gennaio 1844. Visse l'adolescenza a Livorno, dove il padre teneva un istituto d'istruzione privata. Laureatosi giovanissimo a Pisa, fu subito chiamato a insegnare nel liceo di Livorno. Di qui, nel 1878, passò nella cattedra di storia antica nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano. Nel 1888 fu chiamato, per lo stesso insegnamento, all'Istituto di studi superiori di Firenze. Andò in pensione nel 1911. Morf in Firenze il giorno 6 aprile 1921. Vita semplice, eguale, di studioso alieno dai tumulti del mondo. Fu divulgatore difficilissimo dei resultati dei propri studi, per la cautela scrupolosa che poneva nell'esaurire tutte le possibili indagini, anche le piu marginali, prima di rischiare una conclusione; per la probità sensibilissima, con cui era sempre pronto a rivedere minuziosamente le basi delle sue teorie, non appena un nuovo dato di fatto, una nuova ipotesi, sorgesse comunque a scuoterne qualche elemento; per la modestia, anzi per la diffidenza, con cui valutava le proprie forze, e apprezzava i resultati dei propri lavori. Le sue ultime ricerche sulle condizioni della Libia nel tempo romano, gli furono strappate quasi per forza dalle insistenze amichevoli di Leopoldo Franchetti e dello scrittore del presente ricordo, e le concesse solamente a patto che uscissero sotto la impersonale indicazione di "uno studioso di storia antica." Tutte le sue carte, fra le quali un lavoro lungamente meditato e fatto e rifatto su Giuliano l'Apostata, volle fossero bruciate dagli eredi. Raccolse ogni sua attività esterna ndla scuola. 1 Necrologio pubblicato in "Archivio Storico Italiano," vol. II, dispense 3 e 4, 1921, pp. 320-22, a firma "G. Salvemini." [N.d.C.J 80 Bibloteca Gino Bianco

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