Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Srritti metodologici, ma le macchine per servire gli uomini. Cosf il capo militare che nella sua vita di caserma considera tutto il mondo come una caserma e porta l'abitudine del comando indiscusso e il bisogno dell'obbedienza immediata in sfere in cui quell'abitudine e quel bisogno sono fuori di luogo e perfino pericolosi. Anche questi uomini sono specialisti unilaterali. Si è verificata in loro una deformazione psicologica simile a quella che di regola_ è attribuita soltanto agli scienziati. Per evitare i cattivi risultati prodotti sulla vita interiore dall'eccessiva limitazione della sfera intellettuale abbiamo bisogno, oltre che di cognizioni specializzate e professionali, di una massa ampia e varia d'informazioni di ogni genere. In altre parole dobbiamo sapere qualche cosa di ogni cosa oltre a sapere ogni cosa di qualche cosa. Ad acquistare questa coltura non professionale ci induce non il desiderio di guadagnare del denaro, ma un desiderio libero e disinteressato di coltivare la nostra mente, di estendere il campo delle nostre cognizioni e di vivere, in aggiunta alla nostra, la vita dei nostri simili. Noi soliamo dare il nome di "coltura generale" a questa erudizione non strettamente professionale, che non ha lo scopo di esser trasformata in denaro contante. Talvolta la chiamiamo "coltura" pura e semplice, quasi a dimostrare che la vera coltura non consiste nelle cognizioni di cui abbiamo bisogno in una speciale professione, ma comincia prcc.:isamente dove finisce la utilità professionale. Per un operaio la capacità di leggere e scrivere è coltura. Per l' intellettuale la capacità di leggere e scrivere non è niente: la coltura comincia per lui molto piu in là. Quelle cognizioni che in un medico sono pro• fessionali e quindi non fanno parte della coltura, diventano coltura quando si trovano in un avvocato. Viceversa cognizioni legali, che sono coltura per un medico non implicano nell'avvocato alcuna superiorità intellettuale o alcuna forza al di fuori della sua professione. Un mio amico professore, completamente assorbito nello studio del suo particolare argomento, soleva dire: "La coltura è un lusso che può concedersi mia 1noglie." Perciò la coltura è la somma di tutte quelle cognizioni che non servono ad alcuno scopo pratico, ma che si devono possedere se si vuol essere creature umane e non macchine specializzate. La coltura è la superfluità indispensabile. Questa massa d'informazioni non professionali che presumibilmente non serve ad alcuno scopo pratico ha bisogno di essere organicamente ordinata intorno a quel nucleo piu solido d'istruzione professionale che è, per cosf dire, la proprietà personale dello specialista. L'uomo che ha un'infarinatura di ogni cosa e non concentra mai le sue attività intellettuali su un determinato punto può forse ottenere facili trionfi in conversazione; egli riesce meglio dello specialista a "fare una buona figura in società" come si suole dire, ma nel campo del pensiero e dell'azione egli è assolutamente inutile. Egli non è un uomo colto; egli è un parassita dell'akrui coltura. È perciò che abbiamo bisogno non solo di sapere qualche cosa di ogni cosa, ma anche ogni cosa di qualche cosa. 186 Bibloteca Gino Bianco

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