Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Maestri e· compagni Berneri trovò che il soggetto era di suo gusto, e si mise con fervore al lavoro. Raccolse molto materiale interessante, che meriterebbe anche oggi di essere utilizzato da qualcuno. Aveva il gusto dei fatti precisi. In lui l'immaginazione, disciolta da ogni legame col presente, in fatto di possibilità sociali, si associava a una cura meticolosa per i particolari immediati nello studio e nella pratica di ogni giorno. · Si interessava di tutto con avidità insaziabile. Mentre molti anarchici sono come case le cui finestre sulla strada sono tutte murate (a dire il vero, non sono i soli!) lui teneva aperte tutte le .finestre. Quando Carlo e Nello Rosselli ed Ernesto Rossi fondarono un gruppo di studi sociali, Berneri fu uno degli assidui. Vi si discuteva solo per chiarire le idee, e non si veniva mai a votazioni: la previsione della votazione, cioè della divisione in maggioranza e minoranza, falsa la discussione fin dal principio; invece quando ognuno dice la sua, ed ognuno rimane della sua se nessuno lo con- . vince che ha torto, ecco un piccolo frammento di anarchia in azione. Ho innanzi a me una sua lettera, credo del 1929, a Libero Battistelli, uomo di bellissimo ingegno, fuoruscito in Brasile, e tornato in Europa, nel 1936, a morire nella guerra di Spagna. In essa Berneri descrive la sua fede politica: "Sono entrato nella Federazione giovanile socialista verso i 18 anni, a Reggio Emilia. Ho scritto sui giornali socialisti, ho fondato dei circoli nelle campagne. Ho partecipato a qualche sciopero. Ho fatto propaganda antimilitarista. Sono uscito dalla Federazione giovanile socialista verso i 20 anni, per aderire al gruppo anarchico locale. Ma sono rimasto in ottimi rapporti con i socialisti, tanto da partecipare alle loro riunioni sia a Reggio Emilia, sia ad Arezzo. A Firenze entrai nell'Unione anarchica italiana, e fino al 1926 partecipai ai suoi convegni. La mia attività è stata quasi interamente giornalistica, salvo, naturalmente, nei periodi di battaglia. Ho abbandonato il movimento socialista perché mi sentivo dare dell'anarchico; entrato nel movimento anarchico, mi sono fatta la fama di repubblicano federalista. Quello che è certo è che sono un anarchico sui generis, tollerato dai compagni per la mia attività, ma capito e seguito da pochissimi. I dissensi vertono su questi punti: la generalità degli anarchici è atea, ed io sono agnostico; è comunista, ed io sono liberalista (cioè sono per la libera concorrenza tra lavoro e commercio cooperativi, e lavoro e commercio individuali); è antiautoritaria in modo individualista, ed io sono semplicemente autonomista-federalista (Cattaneo completato da Salvemini e dal soviettismo). Quanto al mio antifascismo, esso non è meno sui generis." [Il lettore· non me ne voglia, se nella lettera di Berneri compaio anch'io, e associato per giunta a cose piu grandi di me: "mettendolo Turpin, l'ho messo anch'io." G. S.] Presa la laurea, Berneri andò a insegnare a Montepulciano, Cortona, Camerino, sorvegliato ovunque strettissimamente dalla polizia, finché dové anche lui emigrare in Francia nella primavera del 1926. Qui fece il muratore, quando trovava da lavorare, mentre la moglie teneva una piccola bot100 BiblotecaGino Bianco

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