Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Discorso alla Cooper Hall di New York mo - oggi è naturale che il fallimento sollevi lo scherno universale. Nes– suno ride dell'artista sfortunato che è colpito da malore sulla scena men– tre canta. Tutti ridono del tenore sfiatato che si avanza tronfio sul pal– coscenico a cantare l'" Esultate" di Otello. Molte fortune e molte sventure, molte glorie e molte vergogne ha spe– rimentato il popolo italiano in tremila anni della sua storia. La piu spie– tata di tutte le sue sventure, la piu umiliante di tutte le sue vergogne è quella che gli è toccata in questi ultimi diciotto anni: essere soggiogato in Italia ed essere rappresentato fuori d'Italia da un cialtrone senza co– scienza morale e senza senso comune. Ecco perché oggi il ridicolo che tra– volge Mussolini ricopre anche il popolo italiano. In difesa di questo popolo nella cui civiltà siamo stati educati, in difesa di questo popolo con cui abbiamo sofferto nelle ore delle vittorie fasciste e della vergogna comune, noi che ai fascisti non abbiamo mai fatto concessioni, noi che a Mussolini non abbiamo mai affittato un polli– ce della nostra anima, noi che non abbiamo nessuna responsabilità nei delitti fascisti, - in difesa di questo popolo noi abbiamo oggi il diritto d'insorgere, specialmente se chi lo schernisce ammirò, incensò ieri e fece prestiti a Mussolini. Noi abbiamo sempre affermato e ripetuto che Mussolini non era l'I– talia. Perciò noi possiamo a fronte alta affermare anche oggi, che le di– sfatte di questi giorni non sono disfatte del popolo italiano. Sono le di– sfatte dei generali, dei grossi industriali, degli alti magistrati, del Re, dei due ultimi Papi, dei cardinali, arcivescovi e vescovi e dei celebrati gerar– chi che del regime fascista furono i creatori, i complici e i profittatori, Il popolo italiano ha tutte le ragioni del mondo per rifiutarsi di combat– tere in una guerra da cui deve aspettarsi maggiore rovina e maggiore di– sonore in caso di vittoria che in caso di sconfitta. Rifiutandosi di combattere i soldati italiani dimostrano di possedere un buon senso che gli altri popoli dovrebbero invidiare loro. Se tutti i soldati di questo mondo si rifiutassero di combattere nelle guerre di aggres– sione, non ci sarebbe piu in questo mondo nessuna guerra di aggressione, cioè non ci sarebbero piu guerre. I soldati italiani si batterono eroicamente nella battaglia del Piave, e vinsero, perché sapevano di difendere contro l'invasione straniera il pane e le case delle loro famiglie. I soldati italiani si rifiutano di combattere oggi in Albania, in Libia e in Etiopia, perché sanno che questa non è una legittima guerra di difesa, ma è una guerra di sopraffazione e di rapina. Su un solo punto io mi sento di dover criticare i soldati italiani. I venti o trenta generali che sono stati fatti prigionieri dagli inglesi in Li– bia, avrebbero dovuto essere giustiziati dai solçati italiani, prima che si arrendessero prigionieri. Il fascismo prima di essere sussidiato dai grossi uomini d'affari fu creato dai generali. Spetta ai generali non solo la respon– sabilità immediata massima per i patimenti e le umiliazioni che il popolo italiano ha dovuto soffrire in questi anni. Quando si tenga presente que- 45 BibliotecaGino Bianco

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