Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L' ltalia vista dall' A merzca "franco" dai diritti di dogana, ed amministrato da un consiglio di uomm1 d'affari (non diplomatici) appartenenti alle nazioni che se ne servissero, e cioè, italiani, slavi, austriaci, e cecoslovacchi. ·Ma anche cosf la formula non è sufficiente a risolvere tutti i pro– blemi che si presentano. Il porto di Trieste dipende, per mantenersi in vita, soltanto in minima parte dalle attrezzature e dall'amministrazione locale; esso si basa soprattutto sugli introiti doganali, sulle tariffe ferro– viarie del retroterra, e sull'assenza, a tale riguardo, di ingiuste discrimina– zioni fra Trieste ed altri porti concorrenti, primo fra tutti quello di Fiume (che, stranamente, non è menzionato affatto nel memorandum americano). Questo problema richiede un'attenta ponderazione, perché, almeno in linea di principio, sia risolto dal trattato di pace, nell'interesse sia di Trieste che del suo retroterra. Il memorandum italiano Il memorandum presentato alla Conferenza di Londra dal Ministro degli Esteri italiano De Gasperi, e pubblicato nel New York Times del 6 ottobre, ha avuto il gran pregio di essere breve, ma avrebbe potuto esserlo ancora di piu. Prima di tutto, avrebbe dovuto omettere l'argomento che la frontiera accettata dagli jugoslavi nel 1920 "segue lo spartiacque alpino e corri– sponde alla linea di confine geografico tra le zone del Mar Nero e quelle dell'Adriatico, cioè, tra la regione italiana ed i Balcani." Non solo la linea di confine geografico nella Venezia Giulia è incerta al punto che neanche due soli geografi. si trovano d'accordo nell'indicarla, ma, cosa ancora piu importante, la stessa teoria delle frontiere "naturali" diviene assurda, quando la si trasporta dal campo della geografia fisica in quello della storia e delle relazioni internazionali. I geografi, per i loro scopi di studio, dividono la superficie della terra in "regioni naturali." Alcuni adottano il criterio degli spartiacque, altri quello dei fiumi, con conseguenti variazioni nella forma e nel contorno delle regioni "naturali," dipendenti dai diversi metodi delle varie scuole. ·Se si adotta il criterio degli spartiacque, la Svizzera politica svanisce. Se ci si attiene a quello dei fiumi, viene formata una regione naturale alpina avente la Svizzera come zona centrale, e come confini naturali il Reno, l'Alto e Medio Danubio, il fiume Sava ed il Po; in questo caso la Francia, la Germania, l'Austria, la Jugoslavia e l'Italia politiche vengono squartate. Se, per dividere l'Italia dalla penisola balcanica, si prende come criterio lo spartiacque, la Venezia Giulia risulta divisa in una parte orientale che spetta ai Balcani, ed in una occidentale che appartiene alla penisola italiana (benché nessuno riesca a stabilire quale sia la linea dello spartiacque nella regione del Carso). Se si preferisce attenersi al criterio dei fiumi, il fiume Isonzo diventa la frontiera tra le due regioni "naturali." 732 BibliotecaGino Bianco

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