Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America tutti domandano qualcosa al governo. Naturalmente il governo dà quel che solamente può dare: moneta cartacea che aggrava l'inflazione, e bu– rocrati che contribuiscono alla inflazione coi loro stipendi, e per giunta paralizzano le iniziative private usurpando per sé funzioni che dovrebbero essere lasciate ai privati. Si grida contro la burocrazia e nello stesso tempo si accettano, anzi si domandano, governatori al di sopra dei prefetti, cioè nuove ruote burocratiche, per la Sicilia e per la Sardegna, come se un prefetto possa dare alla Sardegna e alla Sicilia quel che egli stesso non ha. È la storia delle quattro guardie che guardano le due guardie che guar– dan la guardia che guarda la porta del Re I Nessuno rivendica le autonomie comunali e provinciali contro i prefetti. Nessuno dice che i prefetti dovrebbero essere senz'altro defenestrati. Nes– suno domanda che si facciano una buona volta le elezioni amministrative per consentire ai cittadini di badare da sé ai propri affari, sia pure sul letto procusteo della vecchia legge comunale e provinciale pre-fascista. In queste condizioni, parlare di autonomismo o federalismo è come suo– nare la Cavalcata delle Valchirie a una platea di sordi. Ma già che mi sono messo a questa bella impresa, voglio continuare. Chi sa che in quella platea non vi sia qualcuno, per esempio direi Oliviero Zuccarini ·e gli scrittori di "Critica Politica," che ha orecchi per sentire. Tutti domandano al "Governo" aiuti - cioè carta moneta e infla– zione - per la ricostruzione delle case demolite dalla guerra. E il governo promette aiuti - cioè carta moneta e inflazione - a tutti, e manda impiegati del genio civile qua e là a far perizie e promettere aiuti - cioè carta moneta e inflazione - a tutti; e chi aspetta la manna governativa, se ne sta con le mani in mano ad aspettare. Se qualcosa si fa per riparare al disastro, si fa nei piccoli paesi lontani dalle autorità governative dove fortunatamente nessuno spera nulla, anzi tutti hanno paura del "governo," e debbono arrangiarsi da sé meglio che possono. Se Carlo Cattaneo non fosse vissuto invano, in Italia la gente doman– derebbe al Governo due soli provvedimenti: 1) che esentasse per legge da ogni imposta sui fabbricati per mezzo secolo le aree che una volta erano fabbricate e che sono state demolite dalla guerra; e 2) che istituisse banche provinciali di prestiti al 2% d'interesse con ipoteche sulle aree fabbricabili. Dopo di che ognuno dovrebbe sbrigarsela da sé, senza genio ciyile. Si può essere certi che la casa ognuno se la costruirebbe colla mas– sima economia possibile e al piu presto possibile, come se le era co– struite in passato da sé. Il "governo" deve intervenire in questa faccenda a fare solamente quello che i privati non possono fare da sé, cioè abo– lire la imposta, rendere possibili i prestiti su ipoteche a modico interesse, e inoltre, riorganizzare al piu presto i trasporti interni e la importazione dall'estero di quelle materie prime che mancano in Italia. Finché il problema dei trasporti e quello delle materie prime non è risolto, è inutile illudersi che le case demolite possano essere ricostruite. Bisogna che ognuno "si arrangi da sé" meglio che può, senza aspettarsi 714 BibliotecaGino Bianco

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