Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America commissioni al deputato a domandare la grazia e a promettergli i voti; viaggi a Roma per andare insieme col deputato a scongiurare il ministro, o almeno il segretario competente e il burocrate sedentario che doveva preparare il progetto di legge, e spiegare il perché e il per come; eppoi, aspettare una benedetta seduta antimeridiana per varare la grande im– presa. Mistero impenetrabile? Niente affatto! Quello era uno degli infiniti filamenti che tenevano incatenato l'elettore al deputato e il deputato al ministro. Se gli abitanti della frazione di Vattelapesca non votavano per il deputato ministeriale, niente comune autonomo. E se il deputato non votava per il ministero, niente comune autonomo. Perciò la faccenda era mandata per le lunghe piu che fosse possibile. La gratitudine della gente è di cosf corta durata! Con Mussolini i segretari federali presero il posto dei deputati. Fu peggio. Coi deputati, una frazione non poteva diventare comune autonomo, e un comune autonomo non poteva essere aggregato ad un altro comune, se la faccenda non era discussa dagli interessati. Si poteva bestemmiare, se non altro. Col segretario federale non si discusse e non si bestem– miò piu. Un bel giorno gli interessati erano informati che Mussolini li aveva dichiarati per decreto reale autonomi o aggregati a un altro co– mune, e guai a ·chi non cantava immediatamente Giovinezza, Giovinezza! Vogliono gli italiani ritornare alle pratiche schiaviste prefasciste e fa– sciste? Si decideranno mai ad affermare che nei loro affari essi stessi debbono essere i padroni e non i padreterni, burocratici o parlamentari che siano, di Roma? Una legge generale deve, senza dubbio, fissare la procedura che gli interessati debbono seguire nel deliberare su queste materie, affinché deci– dano a ragion veduta e non per capricciose improvvisazioni. Ma en– tro i limiti della legge generale, la deliberazione deve spettare agli inte– ressati, e non ai padreterni di Roma. Le regioni, se debbono nascere, debbono nascere non perché una mag– gioranza della Assemblea Costituente della Repubblica di là da venire deciderà che debbano nascere. L'Assemblea Costituente abolisca i poteri dei prefetti in questo e molti altri campi, autorizzi le frazioni a costi– tuirsi i'n comuni autonomi, autorizzi i comuni e le province ad associarsi o dividersi secondo lo credono opportuno, e poi abbandoni ciascuno ~ se stesso. Ognuno per sé e Dio per tutti. Che cosa avverrebbe se le province fossero autorizzate a formare fede– razioni regionali? Molte province rispondono a lunghe tradizioni storiche. In molti casi risalgono ai tempi di Roma. Una provincia spesso corrisponde a quella che ai tempi di Roma fu una "civitas." Quelle che sono oggi chiamate "regioni" sono né piu né meno che i "compartimenti" degli annuari sta– tistici. Ma molti di questi "compartimenti-regioni" non hanno nessuna base nella storia italiana. Nel "compartimento-regione" "Emilia," le pro– vince di Parma e Piacenza sono "civitates" romane che nel 1859 appar- 712 BibliotecaGino Bianco

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