Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'eredità di Ferruccio Parri il disperato bisogno di pane e di carbone dell'Italia quello che lo aveva indotto a ricercare la buona volontà degli Alleati. Oltre alla minaccia della fame, sembra che siano pure state usate per esercitare pressione su Parri, le rivendicazioni territoriali della Jugoslavia verso l'Italia. La "buona vo– lontà" degli Alleati era per questo ancora piu indispensabile, e doveva essere guadagnata, se Parri non voleva apparire agli occhi del popolo ita– liano come colui che aveva sacrificato alla sua ostinata intransigenza o, come direbbe Croce, al suo "moralismo" gli in teressi piu vitali della na– z10ne. Siccome la guerra in Europa era finita, la cooperazione degli italiani con gli Alleati contro i tedeschi nel 1945 non poteva piu essere negozia– ta come avrebbe potuto esserlo durante il 1944 a Napoli e poi a Roma. Parri non aveva a sua disposizione altre carte al di fuori di una sola assai pericolosa: la minaccia di un'opposizione aperta e di trasformare l'I– talia in una seconda Irlanda antiinglese. Ma fino a quando vi è un filo di speranza che il Foreign Office britannico possa adottare una politica piu ragionevole verso l'Italia, o che gli Stati Uniti facciano in modo che gl'italiani non siano ridotti alla disperazione, nessuno può farsi sostenitore di un;attiva opposizione agli Alleati. Questa volta furono i gruppi antifascisti che si trovarono dinanzi ad una penosa alternati va: o lasciare il governo nelle mani di Bonomi o di qualche altro uomo politico della stessa specie, ossia nelle mani di una coalizione di monarchici e clericali appoggiati per lo meno temporanea– mente dagli stalinisti; o di assumere essi stessi parte del governo. La scelta della prima alternativa sembrava equivalente a mettere le forze reazionarie, aiutate dalla Commissione Alleata, nelle migliori condizioni per preparare un colpo di Stato monarchico. I partiti di sinistra, rimasti fuori del go– verno non avrebbero allora avuto altra arma contro la reazione che il ricorso alla guerra civile. L'altra alternativa, ossia quella di dividere il potere con i reazionari, di lavorare dall'interno e di ottenere un par– ziale controllo sugli organi governativi, sembrò offrire la possibilità di battere monarchici e clericali al loro stesso giuoco, e di garantire cosf almeno la soluzione della questione istituzionale mediante elezioni popolari che fos– sero realmente libere. Coloro che applaudirono Sforza Croce e Togliatti per la loro "resa a discrezione" nell'aprile del 1944, pretendono ora che il fatto che Parri sia stato disposto ad andare al governo provi che la decisione allora presa da quegli uomini era stata giusta. Essi non pensano che vi è differenza tra colui che commette un errore irreparabile che avrebbe potuto e do– vuto essere evitato, e colui che è costretto ad ereditare le cattive conse– guenze di quell'errore. Deve essere stata per Parri una medicina assai amara da ingoiare. Un nostro amico che è a Roma, che gode della nostra piena fiducia, ci ha scritto quanto segue: 703 BibliotecaGino Bianco

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