Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dal/'America pieni di vergogna - perché non sono ciechi - per essere diventati degli strumenti passivi del binomio Churchill-Stalin negli affari italiani. Alla fìne, la Commissione Alleata abbandonò sia Bonomi che De Gasperi ed accettò Parri. Proprio allora i conservatori inglesi dove– vano affrontare le elezioni politiche. Per imporre Bonomi o De Gasperi al popolo italiano non vi era altro mezzo che usare la forza. L'Italia settentrionale poteva diventare una seconda Grecia. Questo non poteva av– venire senza causare un nuovo scandalo; che sarebbe stato un boomerang contro i conservatori inglesi. Nel giugno 1945 Churchill doveva persuadere l'elettorato inglese che la sua politica italiana era tanto liberale da per– mettere che un capo rispettato della sinistra divenisse Primo Ministro ita– liano. Accettando Parri come Primo Ministro egli controbatteva le critiche dei laburisti che lo accusavano di volere conservare in Italia la Monar- - chia e una specie di nuovo fascismo senza Mussolini. Questa è la tragica eredità di rovine, viltà, errori e tradimenti che Fer– ruccio Parri, uno dei capi piu coraggiosi e rispettati della Resistenza anti– fascista, raccoglie andando al potere. Ed ora cosa avverrà? Ferruccio Parri, e dopo? A quali condizioni Parri accettò la canea di Primo Ministro italiano nel giugno scorso? Le informazioni .filtrate attraverso la censura inglese, attualmente assai rigorosa in Italia, sono frammentarie e tendenziose. È perciò difficile ca– pire quello che è avvenuto colà, dall'inizio della crisi politica nel maggio .fìno ad oggi. Non conosciamo i particolari dei negoziati che si svolsero fra gli an– tifascisti di Milano e quelli di Roma; non sappiamo quali pressioni furono esercitate sui partiti politici nella "sfera d'influenza inglese 11 ; non sappiamo se Londra e Washington modificarono le condizioni d'armistizio del 29 settembre 1943 e .fìno a che punto; neppure se fu raggiunto un nuovo accordo circa la cosiddetta tregua istituzionale, e neppure quali con– dizioni Parri riusd ad imporre ai suoi associati nel governo, monarchici clericali e stalinisti, e quali promesse costoro ottenessero da lui. Stando cosf le cose, non siamo ancora in grado di esprimere un'opinione de.finita circa la saggezza della decisione di Parri di accettare la carica di Primo Ministro. Uno dei fatti sicuri è che i rappresentanti degli Alleati, i quali ten– gono il coltello dalla parte del manico, posero a Parri il dilemma: o ac– cettare l'intera eredità lasciata da Bonomi, e cioè l'armistizio, forse con qual– che lieve modifica, il Luogotenente Generale del Re, la tregua istituzionale, e il differimento delle riforme sociali; o adattarsi a vedere che all'Italia fosse negata perfino quella modesta assistenza economica che essa sta ricevendo. Nel suo primo discorso al popolo Parri dichiarò francamente che era stato 702 BibliotecaGino Bianco

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