Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Badoglio e il caos con essi." Nel settembre del 1943 il Re e Badoglio ave– vano ottenuto dagli Alleati la promessa di conservare la Monarchia. I "po– litici" provenienti da New York e i "liberali" napoletani non chiesero nulla per il loro infelice popolo. Nelle parole colle quali gli uomini politici di tutto il mondo spiegano le loro azioni vi sono sempre delle ragioni "buone" e delle ragioni "vere." Nulla è piu facile che nascondere le ragioni "vere" dietro lo schermo delle ragioni "buone." Per i politici di Napoli, le ragioni "buone" furono la guerra contro la Germania e la fame del popolo italiano. Le ragioni "vere" furono: volere restaurare in Italia, sotto la protezione degli Alleati, la vecchia struttura politica e sociale; conservare, ancorati alla Monarchia, tutti i privilegi tradizionali dell'alta burocrazia civile e militare, dei grandi uomini d'affari e dei grossi proprietari terrieri; e, contemporaneamente, soddi– sfare la vanità e la sete di potere di alcuni relitti dell'epoca prefascista e di alcuni parvenus. E cosf, la possibilità di iniziare il lavoro di rico– struzione, sia pure modestamente, dopo la rovina totale a cui l'Italia era stata ridotta dai delitti fascisti e dal tradimento del Re, e l'occasione di mostrare che vi era ancora in Italia della gente dotata di cervello e di spina dorsale, andarono perdute. Gli antifascisti si assunsero l'obbligo di eseguire le condizioni di un armistizio che era stato negoziato e firmato non da loro, ma dal Re e da Badoglio. Non è necessario essere un diplo– matico per comprendere che un conto è un armistizio imposto dal vinci– tore ai responsabili della guerra i quali dovevano espiare il loro delitto, e un altro un armistizio negoziato da uomini i quali non solo non avevano alcuna responsabilità per la guerra, ma avevano invece combattuto sia clan– destinamente che apertamente lo stesso nemico, e soprattutto ai quali si chiedeva dai vincitori di offrire la loro cooperazione alla prosecuzione della guerra. Avere acconsentito a questa cooperazione che era indispensa– bile per gli Alleati, senza aver chiesto ed ottenuto prima una revisione delle clausole piu severe dell'armistizio fu il colmo dell'insipienza politica per uomini come il Conte Sforza, Croce, e gli altri i quali nel 1944 agirono in qualità di capi dei gruppi antifascisti: errore fatale e imperdonabile. Quando gli Alleati raggiunsero Roma nel giugno del 1944, Badoglio era ancora l'uomo di Churchill. Ma bastò un po' di resistenza fatta dalle nuove forze antifasciste che avevano operato in Roma durante la lotta e.antro i tedeschi per costringere Churchill ad abbandonare Badoglio. Purtroppo, l'uomo scelto per prendere il suo posto fu il politico piu pauroso del gruppo prefascista, un uomo pronto a nascondersi sotto la tavola ogni volta che un sergente inglese bussasse alla sua porta. Per giunta ora egli era altrettanto pronto ad abbandonare alla loro sorte i suoi amici come aveva fatto nel 1920 quando, Ministro della Guerra, aveva fornito armi, munizioni e autocarri alle camicie nere di Farinacci. Invece di resistere con dignità e fermezza alle richieste ingiuste ed esor– bitanti della Commissione di Controllo Alleata, invece di restare neutrale nella famosa tregua istituzionale che aveva giurato di osservare, egli non • 700 BibliotecaGino Bianco

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