Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'eredità di Ferruccio Parri rono il popolo, furono proprio coloro che si autonominarono "capi" dei partiti democratici, i quali non si accorsero, o non vollero comprendere che, collaborando con Badoglio, e cioè con i gruppi clerico-monarchici sostenuti dalla Commissione di Controllo Alleata, essi creavano una situa– zione de facto che sarebbe presto divenuta una situazione de jure a fa– vore della Monarchia e del Vaticano. Essi non compresero, o non vollero comprendere che, assumendo la responsabilità del governo con le mani legate, e senza avere almeno ottenuto dei soccorsi sufficienti per la sussi– stenza materiale del popolo, e senza essere riusciti a strappare agli Alleati una attenuazione delle clausole piu gravi dell'armistizio del 29 settembre 1943, essi compromettevano fin dagli inizi l'avvento di una nuova Italia democratica e repubblicana. Quando divennero collaboratori di Badoglio nell'aprile del 1944, di– chiararono che tutte le forze disponibili della nazione dovevano essere mo– bilitate per la guerra contro la Germania, e che perciò essi avevano dovuto fare quel passo. Ma sapevano benissimo che Churchill "non aveva bisogno" dell'Italia, e che aveva consentito alla formazione di una sola divisione. Questa direttiva fu modificata nell'autunno del 1944 allorché fu permessa la formazione di 6 divisioni, ma per servizi nelle retrovie e non sui fronti della guerra. Il vero compito di questo esercito non era quello di combat– tere i tedeschi e i fascisti, ma di "mantenere l'ordine" a vantaggio della Monarchia nell'Italia centrale e meridionale. I responsabili della politica cucinata a Napoli nell'aprile del 1944 dichiararono pure che dovevano inchinarsi alla volontà degli inglesi per ot– tenere pane per la popolazione. A parte il fatto che la razione di pane fu aumentata e portata da 200 a 300 grammi un anno dopo l'accordo di Napoli, è lecito chiedersi se le autorità militari inglesi e americane avreb– bero potuto permettere che la popolazione italiana morisse di fame e di malattie alle spalle delle loro truppe combattenti, e se avrebbero po– tuto permettere che migliaia di disertori dagli eserciti alleati di ogni razza e colore scomparissero in un paese disorganizzato senza alcuna pos– sibilità di ripescarli. Era un'assoluta necessità per gli Alleati disporre di un'amministrazione italiana che funzionasse sia pure mediocremente nelle retrovie, e di una popolazione che non morisse di fame e di epidemie. Gli Alleati avevano compreso che il Re e Badoglio non avrebbero potuto fornire una qualsiasi amministrazione. Erano ambedue screditati, ed avevano perso tutti i loro seguaci. Se volevano evitare di essere circondati da un deserto di fame e di morte e da un caos completo, gli Alleati dovevano procurarsi la collaborazione di italiani che godessero la .fiducia delle popolazioni. Il gruppo d·ei "politici" italiani che furono rispediti in Italia da New York, e i "liberali" (cioè i conservatori moderatamente antifascisti di Napoli) erano allora all'apice del loro prestigio. Essi avrebbero dovuto trattare fermamente con gli Alleati e avrebbero potuto strappare da essi delle concessioni rimanendo fermi sull'alternativa: "o voi volete la nostra attiva cooperazione, o potete pure godervi il vostro Re e il vostro I 699 BibliotecaGino·Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=