Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America fatti: 1) nella primavera del 1943 egli mi fece invitare a far parte con lui di un comitato che avrebbe dovuto occuparsi delle questioni italiane: allora la cittadinanza americana non era ostacolo: è diventata tale sola– mente dopo che lui e io ci siamo trovati di fronte a questioni su cui non eravamo d'accordo; 2) Don Sturzo nel trattare questioni italiane, si trova oggi consorziato in America con molte persone di origine italiana, ma di recente cittadinanza americana: la loro compagnia non lo disturba perché c'è accordo fra esse e lui. In conclusione: se quanto io scrivo sulle questioni italiane non garba a Benedetto Croce o a Don Sturzo, essi, come cittadini della repubblica internazionale di cui sopra, hanno il diritto di dimostrare che sono in er– rore, e io ho il dovere di prendere in considerazione le loro opinioni e correggere le mie se riconosco che quello è il caso. Ma se essi credono di potermi rompere la testa col manganello della cittadinanza, n1i debbono con– sentire di dir loro, con rispetto parlando 1) che la mia testa di contadino pugliese è piu dura di quel manganello e 2) che un espediente polemico di quel genere non fa onore né alla loro intelligenza, né alla loro integrità morale. L'eredità di Ferruccio Parri1 Quando il nome di Parri fu menzionato per la prima volta come di un possibile primo n1inistro italiano, da quanto ha scritto il corrispondente del New York Times, egli scosse la testa e disse: "Se una simile scelta dovesse essere fatta mi rammaricherei di non essere stato fucilato dalla Ge– sta po quando ero nelle sue mani." Chiunque conosca la tempra di Parri sa che diceva il vero. Inoltre, perfino un politicante accecato da vanità infantile o senile non potrebbe considerare senza provare un sentimento di terrore e di angoscia la prospettiva di assumere la carica di Primo Mi– nistro nell'Italia di oggi. Ora che la guerra in Europa è finita, gli errori fatti nell'Italia meri– dionale nei primi mesi del 1944 dal Conte Sforza, da Benedetto Croce e dagli altri che, assunto· il nome di "partiti politici" usurparono la rap– presentanza legale del popolo italiano, ci appaiono in tutta la loro gran– dezza e avvelenano la vita della nazione. Allora, monarchici, clericali e agenti britannici sfruttarono la situa– zione a proprio vantaggio, ma quelli che errarono o peggio ancora inganna- 1 "Free Italy," agosto 1945. 698 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=