Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America· ticare mai, da non perdonare mai, quello di entrare in guerra a fianco dello Herrenvolk tedesco. Perciò lui, "un uomo e un uomo solo" deve andarsene, e il popolo che divenne espressione e strumento della sua volontà deve essere schiacciato per sempre. Ma conserviamo quanto possiamo delle opere del grand'uomo. Conserviamo il fascismo (senza Mussolini) per una razza inferiore che ne aveva bisogno, e che se lo merita. Plebisciti o arbitrati?1 Nessuna persona e nessun gruppo di persone possiede il monopolio della infallibilità. Gli uomini sono eguali, non nel senso che possiedono eguali attitudini, ma nel senso che possono tutti errare. Le "masse" non sono né piu. né ·meno infallibili delle classi cosI dette "superiori" o, come le ha ribattezzate Pio XII, "il popolo. 11 Con tutto il rispetto che dobbiamo alla memoria di J efferson, noi ·non possiam.o oggi piu. illuderci che i cit– tadini sceglieranno "i migliori e i saggi" purché abbiano libere elezioni, e che COSIsorgerà una "aristocrazia naturale" della "virtu. e ingegno" che non presenterà i difetti di "una aristocrazia artificiale fondata sulla ric– chezza e sulla nascita. 11 J efferson visse nella primavera delle speranze umane. Oggi, anno di grazia 1945, noi non possiamo piu ripetere che il giudizio collettivo delle masse è superiore al giudizio collettivo dei pochi. Il giudizio collettivo di pochi o molti sproposita.tori non è che la possi– bile somma degli spropositi fatti dai molti o dai pochi. La dottrina democratica non ha bisogno di accecarsi con luoghi comuhi irreali. Essa ha solamente bisogno di partire dall'assunzione che un operaio può avere piu buon senso che un milionario, e che entrambi possono ugualmente spropositare. Di solito i figli dei grandi uomini rendono alla democrazia l'inesti– mabile servizio di dimostrare che le qualità intellettuali e morali non pas– sano di padre in figlio e che perciò un'aristocrazia ereditaria non ha al– cuna ragione di esistere. Le elezioni periodiche sono rese necessarie appunto dal fatto che l'e– lettorato può sbagliarsi nella scelta dei suoi rappresentanti e amministra– tori. Quando la maggioranza dell'elettorato è condotta dall'esperienza a riconoscere che il partito al potere è peggiore dell'opposizione, essa nelle prossime elezioni cambia il partito al potere. Le elezioni periodiche servono 1 "L'Italia Libera," 1° giugno 1945. 686 BibliotecaGino Bianco

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