Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La Democrazia in Italia se si considerano le condizioni da cui l'Italia aveva dovuto partire nel 1861. Nel 1860, il 78 per cento della popolazione superiore ai sei anni era analfabeta; nel 1911, gli analfabeti erano scesi al 38%. L'analfabetismo era quasi scomparso nelle generazioni giovani dell'Italia settentrionale ed era stato fortemente ridotto in quelle dell'Italia meridionale. Delle persone che giunsero al ventesimo anno di età nel 1927, e quindi che erano andate a scuola prima che il fascismo afferrasse il potere, 1'87 per cento sapeva leggere e scrivere. Nel 1880, il quotidiano piu popolare di Milano vendeva 25.000 copie. Nel 1914, il quotidiano piu importante di Milano vendeva 600.000 co– pie. E parecchi altri quotidiani vendevano 300.000, 200.000, 100.000 copie. Un po' piu del cinquanta per cento dei cittadini che avevano diritto al voto andavano a votare. La stessa percentuale abbiamo oggi negli Stati ·Uniti. Ma in Italia milioni di lavoratori erano assenti per guadagnarsi la vita nell'Europa Centrale o lungo le coste del Mediterraneo o nell'Ame– rica del Nord o del Sud e perciò non erano in grado di votare. Quindi, la percentuale italiana era in realtà assai superiore alla percentuale americana. La crisi che seguf alla prima guerra mondiale fu fatale alla democra– zia italiana. Fino a quando le moltitudini italiane erano rimaste indiffe– renti alla vita pubblica, la Casa Reale, i militari di professione, i grandi industriali e proprietari di terre e gli alti burocrati avevano trovato che le istituzioni parlamentari, bene o male, corrispondevano ai loro desideri. Ma durante i primi venti anni di questo secolo le classi lavoratrici ita– liane si erano fatte avanti domandando il loro posto al sole, e dopo la guerra del 1915-1918diventarono "indisciplinate," e riempirono la Camera dei Deputati con una buona metà di rappresentanti che si rifiutavano di servire al giuoco tradizionale coi vecchi padroni. Ecco perché il colpo di stato dell'ottobre 1922 (la cosiddetta Marcia su Roma) fu congegnato da politicanti accecati da pregiudizi e dall'ambizione, e dai capi delle forze armate. Quel colpo di stato non sarebbe avvenuto se la conoscenza e la pratica della democrazia non fossero penetrate nelle masse italiane. Avvenne perché erano penetrate anche troppo. Ed ora? E ora gli uomini che avevano venticinque o trenta anni vent'anni fa, ne hanno quarantacinque o cinquanta oggi; e cioè, sono nel pieno della loro forza fisica e intellettuale. Se le autorità alleate non ostacolassero quegli uomini nell'opera della ricostruzione, essi ben presto riallaccerebbero i fili spezzati della tradizione politica, e baderebbero da sè agli affari propri. La elezione di un consigliere municipale o di un sindaco ,, non è un mistero inscrutabile. Gli abitanti della stessa città si cono- scono l'un l'altro. Sanno chi, durante gli ultimi anni, divenne o non di– venne complice attivo dei malfattori fascisti. Commetteranno degli sbagli. Se ne commettono anche in America. Una democrazia senza sbagli non esiste in nessun luogo. E nessuna democrazia è nata in una sola notte come un fungo. Nuotando s'impara a nuotare. In tutti i paesi deWEu- 673 Biblioteca Gino BianGo

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