Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America ropa e anche nella Gran Bretagna, ottantacinque anni fa la democrazia era nell'infanzia. La democrazia italiana aveva bisogno ieri, e avrà bisogno domani di miglioramenti costanti attraverso un continuo processo di ten– tativi e di sbagli. Ma non c'è possibilità né di miglioramento né di edu– cazione se ai nemici della democrazia sono dati i mezzi per soffocarla con la forza. Sulle basi delle amministrazioni comunali riorganizzate attraverso libere elezioni potrebbe sorgere un Consiglio Nazionale Provvisorio. Appena elet– te le nuove amministrazioni municipali, i sindaci di ciascuna provincia potrebbero esser chiamati ad eleggere un delegato per la propria provincia a quel Consiglio Nazionale Provvisorio. Alla fine della guerra, diciamo sei mesi o un anno dopo la cessazione delle ostilità, un'Assemblea Nazionale Costituente potrebbe essere eletta da tutto il popolo italiano, e questa As– semblea deciderebbe quale forma di governo gl'italiani intendono adottare. Cosf il passaggio dal regime fascista a quello democratico avverrebbe con le minime frizioni possibili e senza guerra civile. E l'America e la Gran Bre– tagna, determinando lo sfacelo della struttura fascista con la loro vittoria militare, assicurando l'ordine pubblico nel territorio occupato dalle loro armi, e permettendo agli italiani di riorganizzarsi cominciando dalla base secondo lè proprie capacità, rimarrebbero fedeli alle loro tradizioni e alle loro promesse e guadagnerebbero rispetto e gratitudine per il loro leale modo di agire. S'intende che, fino a quando gli eserciti alleati saranno stanziati in Italia, Commissari delle autorità militari alleate avrebbero il diritto di sor– vegliare tutte le amministrazioni, pronti ad intervenire quando qualche serio incidente turbasse l'ordine pubblico. Ma in questo come in tutto il resto, dovrebbero comportarsi come onesti giudici di campo, e non come Mefistofele si comportò nel duello tra Faust e il fratello di Margherita. Sfortunatamente la guerra in Sicilia, in Sardegna e in Italia meri– dionale è finita diciotto mesi or sono, ma non sono state ancora indette elezioni municipali. Esse dimostrerebbero che il popolo italiano, nella sua stragrande maggioranza, vuole una repubblica. Esse dimostrerebbero che in Sicilia gli agenti britannici non sono ancora riusciti a mettere insieme un forte movimento separatista. Quindi, sono state finora rimandate nella spe– ranza che qualcosa di nuovo renda possibile cucinarle in modo che diano 1~ maggioranza ai monarchici nella penisola e agli anglo-separatisti in Si– cilia e in Sardegna. L'Italia meridionale è in condizioni piu arretrate dell'Italia setten– trionale. Fu una sfortuna, e per gli italiani e per gli Alleati stessi, che gli Alleati abbiano fatto la loro prima conoscenza con l'Italia meridionale e non con l'Italia settentrionale. Speriamo che gli errori commessi nel– l'Italia meridionale non saranno ripetuti nell'Italia settentrionale. Gli ameri– cani che si trovavano sul posto presto scoprirono che l'atmosfera di Fi– renze non era piu quella di Napoli o di Roma. Per evitare sbagli che provocherebbero reazioni piu pericolose nell'I- \ 674 BibliotecaGino Bianco

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