Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

La Democrazia in Italia Quando era Mussolini al potere una delle asserzioni sistematiche della propaganda fascista all'estero era che gl'itali~ni erano un popolo arretrato,. mezzo selvaggio, incapace di capire o di praticare i principi e le pratiche della democrazia, e quindi avevano bisogno di un tiranno benevolo che inse– gnasse loro a tener su le bretelle dei calzoni. (In Italia viceversa si diceva agli italiani che essi erano un popolo meraviglioso il cui destino manifesto era di governare il mondo, e la stessa corbelleria era insegnata agli ita– liani all'estero). Oggi la teoria fascista sul ritardato sviluppo del popolo italiano è stata adottata dai sostenitori della Casa Reale. Questa è diven– tata bersaglio all'odio e al disprezzo della immensa maggioranza del popolo italiano. Dovendo difen'dersi da cos1 vasta impopolarità, i monarchici italiani debbono sostenere che gl'italiani sono incapaci di governarsi e · che andrebbero a perdizione immediata se non fossero amministrati pater– namente da un Re che prenda il posto di Mussolini, e da quella com– briccola di capi militari, alti burocrati, grandi proprietari di terre e uomini di affari che si stringono attorno alla Casa Reale. Si ammette che senza dubbio questi rispettabili personaggi furono complici necessari in tutti i delitti di Mussolini, e perciò sono anch'essi responsabili per l'attuale disastro italiano. Che cosa fare con un popolo che è stato sempre inca– pace di capire i princip1 fondamentali della democrazia? Si può costituire una democrazia fra selvaggi? In queste condizioni disperate, la sola cosa in– telligente sarebbe riaffidare quel popolo alla Casa Reale e a quegli uomini che stanno al centro del sistema monarchico. Occorre badare specialmente a tenere ai loro posti i generali dell'esercito regolare. Questi nel 1915 erano 142, nel 1919 erano diventati 1.246, e ora sono 3.000. Essi sanno che il paese si sbarazzerà di loro se può fare a modo suo. Perciò debbono descrivere il popolo italiano come feccia incapace di governarsi. Questa teoria è stata adottata dalle autorità militari e .civili britan– niche, e purtroppo anche da non pochi alti personaggi americani. Ed è 'un peccato che anche un uomo onesto e intelligente come Mr. J. C. Smith se ne sia lasciato ingannare. Una delle ragioni date da Mr. ,J. C. Smith per sostenere il suo punto di vista è che appena ottantacinque anni fa l'Italia divenne "una nazione," grazie alla estensione del Regno dei Savoia a tutta l'Italia e non per ef– fetto di una rivoluzione popolare; in conseguenza se svanisse la Casa· di Savoia, che cosa avverrebbe della nazione Italiana? La verità storica è che ottantacinque anni fa, l'Italia divenne non "una nazione" ma "una nazione politicamente unita." Era una nazione as– sai prima d'allora. Le classi colte italiane possedevapo chiara coscienza na– zionale già ai tempi di Dante. Movimenti nazionali e liberali erano esi– stiti e tentativi rivoluzionari avevano avuto luogo molto tempo prima che la Casa di Savoia trovasse conveniente di approfittarne per estendere i confini del suo regno. Mr. J. C. Smith mi dirà che ottantacinque anni or. sono il Risorgi– mento italiano si manifestò soltanto nelle città mentre i contadini ·.non 671 Biblioteca Gino Bianco

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