Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Un'idea "peregrina" Per logica di cose, che è anche piu forte della logica delle idee, il piano di uµa purga ecclesiastica sarebbe di tale interferenza nella vita della Chiesa, che solleverebbe da sé una opposizione e una reazione per la quale si sa dove s'incomincia ma non si sa dove si arriva. Cominciamo, secondo la logica delle idee, col definire i termini. In– terferenza è un intervento illecito da parte di chi non ha nessun diritto e nessuna giustificazione per ingerirsi in cose che non appartengono alla sua sfera d'azione legale e morale. Noi non suggerimmo che il Governo italiano facesse lui stesso l'epu– razione del clero fascista di autorità ·propria, ma soltanto che esso doman– dasse al Vaticano di fare esso quella epurazione; _l'epurazione dovrebbe farla l'autorità ecclesiastica, secondo, la procedura ecclesiastica prescritta per siffatti casi. La questione ora è se il Governo italiano ha o non ha il diritto di chiedere al Vaticano che purghi i preti fascisti occupanti benefici eccle– siastici. Secondo Don Sturzo, questa richiesta sarebbe "una interferenza nella vita della Chiesa." Sta di fatto, però, che siffat~o diritto del governo fu riconosciuto e sanzionato dal Vaticano stesso nel Concordato: Art. 19. Prima di procedere alla scelta di un Arcivescovo o di un vescovo o di un coadiutore con diritti di successione, la Santa Sede deve comunicare in segreto il nome della persona scelta al governo italiano, per assicurarsi che lo stesso governo non ha obiezioni di carattere politico da sollevare contro la nomina. Art. 21. Le nomine a benefici ecclesiastici saranno comunicate in segreto al gover– no italiano e rimarranno sospese per trenta giorni. Durante questo periodo, se vi sono ragioni gravi contro la nomina, il governo italiano le comunicherà in segreto all'autori– tà ecclesiastica. In caso di dissenso, il caso sarà portato davanti alla Santa Sede. Se vi sono ragioni serie che renderebbero dannosa la permanenza di un ecclesiastico in un ufficio parrocchiale, il governo italiano comunicherà queste ragioni in segreto al ve– scovo e questi d'accordo col governo prenderà i provvedimenti necessari entro tre mesi. In caso di divergenza tra il vescovo e il governo, la Santa Sede affiderà la soluzione a due ecclesiastici di sua scelta che insieme a due delegati del governo daranno una decisione finale. Dunque, il governo è nel suo diritto quando per ragioni politiche fa obiezioni a nomine .ecclesiastiche o chiede la eliminazione di persone investite di benefici ecclesiastici. Pio XI, quando negoziò il Concordato, e accettò questi articoli, non considerò questo fatto come "un'interferenza nella vita della Chiesa." Don Sturzo non è d'accordo col Papa? Intende di insegnare a Pio XI come avrebbe dovuto fare 1 il Concordato? Senza dubbio Don Sturzo ci farà osservare che l'articolo 21 contempla soltanto la rimozione dall'ufficio di ecclesiastici in gradi inferiori a quello di vescovo. Quindi, la rimozione di vescovi non rientra nel Concordato. Don Sturzo ci permetterà qui di fare ricorso a quella stessa logica delle idee e, dei fatti di cui egli si è servito per dimostrare quanto "pe– regrina" fosse la nostra idea, 663 Biblioteca Gino Bianco

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