Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Un'idea "peregrina" sempre orgoglioso. Nel 1919, fui uno di quegli italiani i qùali affermarono che i negoziatori italiani alla Conferenza della pace non dovevano preten– dere la Dalmazia, e dovevano arrivare a un compromesso ragionevole con gli slavi. Nel dicembre 1920, quando il trattato di pace fra l'Italia e la Jugoslavia · venne davanti alla Camera dei Deputati, io, benché approvassi le sue disposizioni fondamentali, deplorai il fatto che troppi slavi venivano annessi all'Italia, che invece avrebbero dovuto esser lasciati alla Jugoslavia. Quando la criminalità fascista infestò l'Italia, non mancai al mio dovere di denunciare i delitti fascisti contro. i tedeschi e gli slavi. Sono stato sempre, e ora sono piu che mai persuaso, che la cooperazione italo-jugo– slava è indispensabile al benessere di ambedue i popoli e a quella Federa– zione dell'Europa fuori della quale non c'è salvezza né per l'Europa né per il mondo. Questa persuasione era viva nd migliori uomini del Risor– gimento italiano, ed io sono un umile seguace di quegli uomini. Ecco perché domando oggi per gl'italiani la stessa giustizia che ieri domandai per gli slavi. Questa non è "una delle grandi questioni della pace," come ponti– fica Mr. Taylor. È un piccolo problema in confronto ad altri giganteschi. Sarebbe risolto facilmente se gli estranei aiutassero a risolverlo e non ad inasprirlo. Ma mentre non è una questione grande, è un caso tipico del metodo con cui infiniti problemi locali analoghi saranno risolti o resi piu intricati e difficili. Se non sono risolti con senso comune e buona fede, la Terza Guerra Mondiale è inevitabile non fra venti anni, ma fra cmque . anm. Un'idea "peregrina 111 (secondo Don Sturzo) Nel suo recente libro L'Italia e il Nuovo Ordine Mondiale (1944), Don Sturzo si compiace del fatto che nelle discussioni sul problema delle relazioni fra la Chiesa e lo Stato nell'It~lia del dopoguerra vi sono italiani all'estero che non si mostrano ciecamente ostili al Vaticano e trattano questo tema spinoso senza settarismi "come si sp.rebbe potuto aspettare, date le personalità dei protagonisti principali" (p. 121). Siccome nella nota in fondo alla stessa pagina è citato il libro What To Do With ltaly di G. Salvemini e G. La Piana; noi possiamo ritenere che l'allusione di Don Sturzo sia diretta a noi. 1 "L'Italia Libera," 16 aprile 1945. 661 Biblioteca Gino Bianco

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