Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America · vuol dire che Stalin ha preso sotto la sua protezione la Jugoslavia, e ha dato Trieste e l'Istria Occidentale alla Jugoslavia, e quindi il Governo inglese deve inghiottire gli ordini di Stalin per evitare un antagonismo anglo-sovietico. "Se è cosf parli chiaro. Mr. Taylor ha fatto la scoperta che in Trieste "il mondo slavo e il mondo della democrazia occidentale possono incontrarsi e associarsi." Do– ve ha imparato la geografia? Non si è mai reso conto che fra Trieste e la Russia c'è non solo la piccola Slovenia nel retroterra immediato di Trieste, ma anche l'Austria e la. Polonia, e vi sono linee ferroviarie diffi– cilissime attraverso territori montagnosi? Non ci sono altri posti in Europa dove il mondo slavo e la democrazia occidentale possono incontrarsi e associarsi? Debbono andare a ficcarsi in fondo al cul di sacco adriatico per abbracciarsi? Non c'è il Mar Baltico? Non c'è il Mare Egeo? Non c'è Costantinopoli? Non c'è Odessa? Diamo alle cose i loro veri nomi. Trieste e l'Istria furono promesse al governo-in-esilio-jugoslavo da Mr. Churchill e da Mr. Eden sin dall'estate . del 1941. Stalin si è fatto avanti solo al principio del 1945. Churchill gli ha garantito il suo appoggio negli affari polacçhi, e Stalin in cambio appoggia Churchill negli affari italiani. La prima responsabilità per quello che sta succedendo nella "sfera d'influenza" inglese appartiene al Mini– stero degli Esteri britannico e a chi dà il suo appoggio alla politica bri– tannica. Non stiamo a celare la responsabilità del Ministero degli Esteri britannico dietro allo schermo dell'alleanza anglo-sovietica indispensabile alla pace mondi:;ile. · Nel 1915, la politica estera britannica diede l'Istria Orientale slava e un buon pezzo del_laDalmazia slava ai mercanti di cavalli di qua. Nel 1941, diede Trieste e l'Istria Occidentale ai mercanti di cavalli di là. Il Ministero degli Esteri brit~nnico ha sempre mirato a tenere disuniti i popoli europei vicini. Vuole la pace in Europa se è possibile, ma non mai la pacificazione dell'Europa. L'Europa deve essere tenuta disorganizzata come l'India. Tutte le questioni locali debbono essere non conciliate ma tenute aperte e inasprite. Questo è il bisogno fondamentale della politica di equilibrio. Se italiani e jugoslavi non sono abbastanza saggi, le loro risse non debbono essere sistemate ragionevolmente ma sfruttate. Il confine ora si deve spostare contro gli uni, e ora contro gli altri. L'alleanza e !'.antagonismo anglo-sovietico non hanno niente a che fare con questa storia. Forse, prima di mettere il fi~e a queste pagine, mi sarà permesso di dire che io non sono stato convertito dalla disfatta militare italiana a desiderare giustizia nei rapporti italo-jugoslavi. Con tutti i mezzi a mia disposizione per piu di trent'anni ho sempre predicato una soluzione giusta dei problemi italo-jugoslavi. Nel 1915, quando il Ministero degli Esteri inglese ingiustamente assegnò una grande parte della Dalmazia ai poli– ticanti nazionalisti italiani, protestai e continuai ·a protestare durante la intera guerra. Perciò, i nazionalisti italiani, i precursori dei fascisti, mi bat– tezzarono "Slavemini" invece di Salvemini, un nomignolo di cui sono stato 660 Biblioteca Gino Bianco

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