Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista da!l'America sero i diritti della rrunoranza italiana che rimarrebbe sotto la loro giuri– sdizione. Mr. Taylor ha ragione - c'è finalmente un punto su cui non si sbaglia! - quando condanna il trattamento infame usato contro gli slavi per piu di vent'anni dai fascisti. Ma crede che il processo debba essere invertito? Crede che due neri farebbero un bianco? Non ci deve essere mai fine ai .delitti, alle rappresaglie e ai nuovi delitti? Crede che gli slavi meritino piu fiducia che gl'italiani? Che cosa fecero i serbi in Ma– cedonia e in Albania dopo le vittorie del 1912? Erano migliori di Mus– solini il Re Alessandro e Stoyadinovic? Che cosa fecero i fascisti serbi durante questi ultimi anni contro i croati? Che cosa hanno fatto i fascisti croati contro i serbi e i maomettani? Che cosa dobbiamo pensare di Pa– velic e Mihailovic. La storia di tutti i territori misti in Europa, se si ~ eccettua la Svizzera, è una storia di odii e di brutalità. Il problema può essere risolto solamente se si adopera il metodo che lo condusse a soluzione nella Svizzera e negli Stati Uniti - accordando eguali diritti personali e politici a ognuno indipendentemente dalla sua na– zionalità. Inoltre in ogni territorio plurinazionale deve intervenire una forza esterna a proteggere la minoranza contro la maggioranza fino al tempo quando tutti, dopo aver cosf a lungo sperimentato la via della disonestà, si renderanno conto che l'onestà conviene di piu. Altrove, Giorgio La Piana ed io abbiamo dato uno schizzo dçlle condizioni sotto cui il problema degli italiani e slavi conviventi nella Venezia Giulia dovrebbe essere risolto: 1. La massima autonomia amministrativa dovrebbe essere riconosciuta a cia– scuna municipalità cosf che gli slavi abbiano piena libertà nell'amministrare le loro comunità rurali, e gl'italiani le loro città (la stessa autonomia dovrebbe esser accordata alle municipalità in tutta l'Italia); 2. nelle municipalità dove italiani e slavi sono mischiati, ogni gruppo nazionale dovrebbe avere il dir~tto di mantenere le proprie scuole, pagando le tasse scolastiche a un consiglio scolastico proprio, cosicché vi. sa– rebbero due consigli scolastici nella stessa municipalità, e nessuno slavo sarebbe co– stretto a mantenere le scuole italiane col suo denaro e viceversa; 3. tutto il territorio dovrebbe essere amministrato da due consigli provinciali distinti per quegli affari che possono esser divisi fra i due consigli; per quegli affari in cui siffatta divisione non è possibile (come la costruzione e il mantenimento delle vie principali, servizi di pub– blica igiene ecc.) l'amministrazione dovrebbe esser affidata a un comitato unico, con– s_istentedi un numero eguale di membri delegati da ciascuno dei due consigli provin– ciali; 4. un corpo di arbitri scelti dalla Corte di Giustizia Internazionale all'Aia, che non includa né italiani né jugoslavi, dovrebbe avere il compito di decidere ogni di– sputa sul luogo, secondo il senso comune. Questo sistema non funzionerebbe senza intoppi dapprincipio. Ma se si mette fine alle violenze e alle rappresaglie, il risana– mento incomincerà. Il sistema amministrativo che risolverebbe il problema della coesi– stenza pacifica italo-slava nella Venezia Giulia, risolverebbe lo stesso problema per la città di Fiume, la città di Zara, e i piccoli nuclei ùaliani. ancora esistenti lungo la costa della Dalmazia (dato che non sieno stati già del tutto distrutti). La soluzione di que– sti piccoli problemi locali sarebbe immensamente facilitata se l'Italia e la Jugoslavia facessero parte di uno stesso sistema doganale, cosicché la frontiera italo-jugoslava non costituirebbe piu un confine politico e economico, ma sarebbe soltanto una divisione 658 BibliotecaGino Bianco

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