Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America I Non è vero che Trieste "fu creata nell'interesse di un'Europa Cen– trale Tedesca" e che il suo porto "deve la sua grandezza al Barone Bruck, il primo grande avvocato dell'unità economica dell'Europa Centrale e Orien– tale sotto direzione tedesca." Il Barone Bruck fu ministro dell'Austria dal 1848 al 1851, e di nuovo nel 1855. Durante quegli anni vi fu antagonismo fra l'Impero austriaco e la nuova Germania. Il suo piano per l'unità dell'Europa centrale sotto direzione tedesca non ebbe mai ese– cuzione e svani del tutto nel 1859. Ecco le cifre della popolazione nella città di Trieste: 1719: 5.700 - 1789: 30.000; - 1824: 50.000; - 1840: 80.000 - 1869: 123.000; - 1890: 155.000; - 1900: 176.000; - 1913: 247.000. Esse dimostrano che ben prima della comparsa del Barone Bruck, era incominciato lo sviluppo della città, e continuò dopo che questi si suicidò nel 1860. Non piu di una mezza verità è contenuta nell'affermazione di Mr. Taylor che Trieste "fu creata dall'età delle ferrovie e del vapore." Una città che contava 80.000 anime nel 1840, aveva evidentemente incominciato ad esistere anche prima di sentire l'influenia delle ferrovie e del vapore. Trieste moderna fu la ·creazione delle ferrovie e del vapore cos1 come Londra e New York. Non è vero che "la lingua marittima dell'Impero austriaco (anche della marina militare austriaca) era italiana, e quindi, l'italiano "divenne" la lingua della città "per convenienza e non per fedeltà nazionale." La lingua della Marina austriaca era tedesca. La lingua della città era e lo fu sempre italiana, mentre la campagna intorno parlava slavo. La lingua della marina mercantile era italiana, perché per molti anni essa fu proprietà quasi esclu– siva di mercanti triestini, ed i suoi equipaggi erano reclutati specialmente nelle città costiere dell'Istria la cui popolazione parlava italiano. Erano gli slavi che servivano sulle navi, che "per convenienza" erano bilingui. C'è appena un granellino di verità nella affermazione di Mr. Taylor che la lingua italiana fu adottata non perché esistesse un sentimento nazionale italiano, purché si voglia dire con questo che ancora nella prima metà dell'Ottocento la popolazione di Trieste parlava l'italiano nello stesso modo in cui Monsieur Jourdain di Molière conosceva la gramma– tica francese. Il desiderio di unirsi all'Italia politicamente fu uno sviluppo ulteriore. Lo stesso si può dire degli Jugoslavi. Dove stava il sentimento nazionale jugoslavo durante la prima metà dell'Ottocento? Il sentimento nazionale fra italiani e slavi nel territorio che gl'italiani chiamano Venezia Giulia e gli slavi Julian March, è apparso solamente in quest'ultimo secolo. Non è vera l'affermazione di Mr. Taylor che la popolazione di Trie– ste parlava l'italiano come avveniva "in tutti i porti della Dalmazia." Sol– tanto un porto della Dalmazia era abitato da una popolazione prevalente– mente italiana, Zara (Zadar). Spalato (Split), Sebenico (Sibenik) e Traù 652 BibliotecaGino Bianco

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