Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Come Bonomi diventò ministro, ovvero la commedia degli errori suol dire a Roma, di uomini dabbene." Chi nel Comitato avesse osato dire: "Noi siamo il Governo Provvisorio della Repubblica Italiana. Noi ci divi– diamo fra noi i ministeri. Noi non abbiamo bisogno né di Badoglio, né di Bonomi, né di altri consimili cataplasmi," chi avesse fatto questa proposta avrebbe provocato lo sfacelo immediato del Comitato. Tutti sa– pevano di avere sfidato l'ira degli Alleati mettendo a terra Badoglio. Non osavano esporsi aWaccusa di essere ambiziosi di governare. Non avevano ai loro ordini nessuna forza organizzata per opporsi a un colpo di mano delle autorità alleate. Avvenne in Roma nel giugno 1944 quel che era avvenuto in Milano nel marzo 1848 durante le Cinque Giornate. Mentre i giovani repubbli– cani si battevano per le ·strade col popolo contro gli austriaci, i vecchi moderati si facevano cautamente avanti e preparavano il governo provvi– sorio della Lombardia per il momento della vittoria. Un moderato, Gabrio Casati, ne fu il presidente perché era stato Podestà di Milano sotto gli austriaci, cioè proprio per la ragione per cui avrebbe dovuto essere messo da parte. Ma era un uomo "autorevole." Come spiegò Carlo Cattaneo ne La, Insurrezione di Milano e nell'Archivio Triennale, i giovani che dirige– vano la lotta delle Cinque Giornate non potevano fare altrimenti, dato che tutti invocavano l'unità, e che un personaggio "autorevole" ci voleva per negoziare con Carlo Alberto, "il liberatore." Anche nel 1944, il Co– mitato Romano di Liberazione si trovò incatenato dalla doppia necessità dell'unità e di essere rappresentato dà un uomo "autorevole" innanzi ai nuovi "liberatori." Guarda combinazione. Un discendente di Gabrio Ca– sati fu scelto nel giugno 1944 a Ministro della Guerra nel Gabinetto Bonomi. Qualche volta la storia si ripete. Churchill montò su tutte le furie. Si credé giuocato dagli "italiani," mentre era stato solamente illuso da MacFarlane che era stato illuso da Ba– doglio che, alla sua volta, era stato illuso da Bonomi. Per dieci giorni Churchill si rifiutò di riconoscere il nuovo ministero. Vi furono d~e presi– denti del Consiglio, Bonomi a Roma e Badoglio a Salerno. Togliatti, ob– bedendo sempre agli ordini che riceveva da Londra attraverso Mosca, soste– neva animatamente Badoglio contro Bonomi. Finalmente vi fu chi fece capire a Churchill che Bonomi · poteva funzionare da Quisling inglese anche meglio di Badoglio. Badoglio in fondo non era che un bestione disprezzato da tutti. Bonomi era una vecchia volpe, rotto a tutte le furberie, disposto a servire non meno di Badoglio, e meglio capace di servire. Dopo dieci giorni Churchill consenti a ricoqoscere il Gabinetto Bo– nomi e i suoi associati, ma mise la condizione che Sforza non fosse mi– nistro degli esteri e che tutti prendessero conoscenza dei due armistizi del 3 e del 29 settembre, li firmassero e ammettessero che l'Italia era divenuta "sfera d'influenza" inglese. Questo fu fatto. Chi ci rimise il posto fu il Generale MacFarlane che, poveracc10, fu richiamato dall'Italia per ragioni di salute. 645 BibliotecaGino Bianco

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