Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Il Re ci stava. Una dimostrazione di entusiasmo poteva essere facilmente inscenata, in conseguenza della quale lui si sarebbe rimangiata la promessa di lasciare 'l'ufficio al Luogotenente. Roosevelt si oppose risolutamente e volle che il Re mantenesse la parola data nell'aprile di mettersi da parte. Arrivarono, dunqe, a Roma il Luogotenente, Badoglio, MacFarlane, Sforza, Croce e Togliatti. Convocato il Comitato nazionale di Libera– zione, MacFarlane, in presenza di tutti, annunziò solennemente che gli Alleati, nella loro infinita generosità, lasciavano il Comitato libero di desi– gnare il nuovo Presidente del Consiglio. Dopo di che. si ritirò col suo seguito lasciando dietro a sé il solo Badoglio col Comitato. Qui avvenne una sorpresa che Badoglio non si attendeva. Come abbiamo raccontato nel numero precedente di Italia Libera, il Comitato Romano di Liberazione nell'aprile era rimasto indignato dal pateracchio combinato a Napoli da De Nicola, Sforza e Croce, e venuto alla luce quando Togliatti era arrivato· da Mosca. I rappresentanti• del Par– tito d'Azione, che facevano parte del Comitato Romano avevano espulso senz'altro dal Partito tutti coloro che avevano partecipato al pateracchio Badoglio-Sforza-Croce-Togliatti. Per le insistenze di messi venuti da Na– poli, la espulsione fu revocata. Ma nel Comitato nessuno voleva saperne né del Re·, né di Badoglio. Bonomi aveva venduto fumo a Badoglio, e Badoglio aveva venduto fumo a MacFarlane. Ne conseguf che quando Badoglio si trovò faccia a faccia col Co– mitato dopo la partenza di MacFarlane, uno del Comitato, rappresentante del Partito d'Azione, il cui nome per il momento deve rimanere oscuro, gli disse senz'altro: "E lei che cosa ci sta a fare qui? Non ha capito che se ne deve andare via anche lei?" (Dobbiamo correggere una errata infor– mazione da noi data nel numero del 1° ottobre 1944: chi prese l'iniziativa per mettere fuori giuoco Badoglio non fu Pietro Nenni, ma quel membro del Partito d'Azione del quale non ci è permesso, e ne siamo dolenti, di fare il nome). Badoglio non seppe far altro che ritirarsi con la coda fra le gambe. Messo alla porta Badoglio, il Comitato di Liberazione, su proposta dei rappresentanti del Partito d'Azione, avocò senz'altro a sé la nomina dei nuovi ministri, mettendo da parte il Luogotenente. Monarchici e clericali (cosf detti democratici-cristiani) nell'atmosfera infocata dalla lotta recente coi tedeschi, non osarono opporsi. I socialisti e i comunisti secondarono il. Partito d'Azione. A questo punto nacque il problema della scelta dei nomi. Bisognava presentare nomi "autorevoli" contro cui la Commissione Alleata di Con– trollo non potesse mettere il veto appoggiandosi sulla ragione che fossero nomi di ignoti senza autorità. E allora Bonomi fu designato Primo Mini– stro, per la stessa ragione per cui nei mesi precedenti se ne era parlato come Presidente del Comitato di Liberazione senza che lui facesse nulla per il Comitato stesso, salvo starsene nascosto nel Vaticano a giuocare lo scopone. E insieme a Bonomi vennero adottati Sforza e Croce e i piu "autorevoli" autori del pateracchio di Napoli, "per mancanza, come si 644 BibliotecaGino Bianco

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