Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America E se Palmiro Togliatti e il resto della banda stalinista italiana a~er– massero che la zona orientale della Venezia Giulia non doveva essere an– nessa all'Italia per effetto della· prima guerra mondiale, fu infamemente maltrattata dai fascisti italiani, e intende andarsene con ·la Jugoslavia e gl'italiani non hanno nessun diritto di opporsi a questa volontà, Palmiro Togliatti e la sua banda avrebbero perfettamente ragione. Se aggiungessero che Italia e Jugoslavia debbono risolvere amichevolmente gli altri problemi, non solo per entrare insieme nella futura Federazione Europea, ma anche per dare agli altri popoli un esempio del modo come si debbono risolvere i problemi delle frontiere nelle zone plurinazionali, e che in caso di dis-. senso non eliminabile col metodo delle trattative dirette, una Commissione di arbitri, italiani, slavi e neutrali, dovrebbe uniformarsi ai bisogni legittimi e ai desideri ragionevoli delle popolazioni interessate, gli stalinisti italiani avrebbero tutte le ragioni dalla ìoro e rimarrebbero fedeli a quelle norme di moralità internazionalista, a cui una volta anche essi credevano. Togliatti e la banda stalinista italiana hanno assunto l'ufficio di ese– guire servilmente gli ordini di Churchill attraverso gli ordini di Stalin. Fu per questo che Togliatti nella primavera del 1944 annunziò agli ita– liani che la "persona" del Re si poteva discutere ma non la "istituzione" della monarchia.- Fu per questo che nel giugno 1944 cercò di tenere su Badoglio contro il Comitato Romano di Liberazione che di Badoglio non volle sentir parlare. È per questo che oggi il giornale comunista Unità annuncia che l'Italia deve sacrificare sull'altare dell'amicizia italo-jugoslava non solo Zara e Fiume, ma anche Gorizia e Trieste. Pare che abbiano di– menticatç> di parlare dell'Istria occidentale. Perché? Forse perché nessun argomento, per quanto cavilloso, potrebbe giustificare un tradimento anche su questo punto? L'argomento fondamentale degli stalinisti è che l'Italia deve acqui– stare l'amicizia degli jugoslavi. D'accordo. Ma a che patto? Se Churchill assegna agli jugoslavi Udine e Venezia, comprerebbero gli stalinisti l'amici– zia jugoslava a quel prezzo? L'amicizia fra popoli liberi che si offrono vicendevolmente giustizia ed equità, è una cosa. L'amicizia fra chi si prende quel che vuole e chi fa la ricevuta, è un'altra. L'Unità ci sa dire che le zone slave debbono andare alla Jugoslavia perché non vogliono rimanere con l'Italia. D'accordo. Ma gli italiani vo– gliono forse andare colla Jugoslavia, o rimanere coll'Italia? Quello che è un diritto per gli uni non dev'essere un diritto degli altri? È vero che, trattandosi di territori misti, non è possibile nessun taglio netto. Un com– promesso è necessario. Ma che compromesso è quello che dà ad una delle due parti in causa tutto quello che domanda senza considerazioni di giustizia, di equità, di buon senso? La soluzione del problema, secondo il giornale stalinista, deve es– sere "conforme alla volontà" popolare e ai bisogni del nuovo Stato jugo– slavo. "Volontà popolare" di chi? Dei soli slavi? E da quando in qua i bisogni degli Sta.ti nuovi o vecchi hanno acquistato il diritto di prevalere / 640 BibliotecaGinoBianco

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