Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Trieste e gli stalinisti In quanto a Roosevelt, gli è stata accordata mano libera nell'oceano Pacifico a spese del Giappone. La Russia nell'Europa orientale, la Gran Bretagna nell'Europa meridionale e l'America nell'Oceano Pacifico. Trieste e gli stalinisti1 I nostri lettori conoscono le nostre opinioni sul problema dei terri– tori italo-slavi dell'Adriatico orientale. Noi pensiamo che non solo l'Istria orientale compattamente slava, ma anche la città di Zara, e gli esigui nuclei italiani disseminati nella Dalmazia strabocchevolmente slava, e la città di Fiume, la cui popolazione è slava per una terza parte ed è divisa . da non piu che un piccolo rigagnolo dal grosso sobborgo compattamente slavo di Sussak ed è circondata da un mare slavo, debbono essere la– s.ciati alla Jugoslavia, salvo garanzie internazionali di equo trattamento per le minoranze italiane. E riteniamo che nessuna Commissione -arbitrale raggiungerebbe conclusione diverse, dato che la giustizia e il bu~n senso sono la stessa cosa per tutti. Ma quanto alle città di Gorizia e di Trieste e alle città dell'Istria occidentale, abitate da maggioranze italiane e circondate da una popola– zione slava dispersa in piccoli nuclei rurali, noi non abbiamo alcun dubbio che qualunque commissione arbitrale· ispirata a principi di giustizia, buon senso e prudenza, assegnerebbe quei territori all'Italia, beninteso assicurando garanzie internazionali dì equo trattamento alla minoranza slava.. La linea escogitata dagli esperti americani nel 1919, e propugnata dal Presidente ·wilson contro la testardaggine criminale di Orlando e di Sonnino, po– trebbe subire ancora qualche alterazione a maggiore vantaggio degli slavi. Meno slavi rimanessero associati agli italiani nel territorio italiano, ~eglio per tutti. Ma quella linea nell'insieme è la linea buona. D'altro canto (ci teniamo a dirlo a dispetto dei nazionalisti che sono sbucati fuori a un tratto anche fra gli antifascisti italiani e slavi viventi negli Stati Uniti) il responso di una Commissione arbitrale, che si allontanasse anche in larga misura dalla linea di Wilson, dovrebbe essere accettato da– gli italiani e dagli slavi senza proteste, dal mom~pto che gli uni e gli altri avrebbero adottato il principio dell'arbitrato. Essi darebbero cosi' al mondo un esempio di probità e di saggezza che produrrebbe i suoi frutti, non solo in una solida amicizia italo-jugoslava, ma anche in molti altri campi. 1 "L'Italia Libera," 16 febbraio 1945. / 639 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=