Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Nodi al pettine Bonomi annunziò ufficialmente e accettò il fatto che l'Italia era diventata "sfera d'influenza" inglese. Questo non avrebbe potuto avvenire se il Go– verno inglese non fosse stato investito da Roosevelt e Stalin in Italia di tutti quei poteri illimitati che si associanq all'idea della "sfera d'influenza." L'Albania era una sfera d'influenza italiana, e Mussolini poté regalarne la corona al Re d'Italia nel 1939 senza che i Governi di Londra e di Parigi protestassero. Essi avevano riconosciuto l'Albania come sfera d'influenza ita– liana e non potevano disdire il loro impegno senza provocare guerra a Mussolini. Nella dichiarazione americana del' 5 dicembre è detto che l'Italia è una zona di "responsabilità combinate," non è detto che l'Italia è una zona di "eguali diritti." In questa zona di responsabilità combinate il Governo in– glese ha l'obbligo di "consultare" il Governo· americano prima di prendere iniziative importanti. Se il Governo inglese volesse fare in Italia qualcosa che potesse provocare in America scandalo e proteste, il Governo americano dovrebbe essere messo in grado di fare in tempo le sue obiezioni e otte– nere l'abbandono della iniziativa, o almeno qualche procedura che spen– nasse la gallina senza farla strillare. Fra le altre cose, c'è in Italia il Papa, di cui il Presidente Roosevelt è diventato Lord Protettore. Se non altro per questa ragione, il Governo americano deve essere consultato quando una questione importante sorge in Italia. Ma la decisione finale spetta sempre al Governo inglese. Quest'accordo non vieta al Presidente Roosevelt e al suo Segretario di Stato di far sapere a chi vuole e a chi non vuole saperlo che secondo la "attitudine" costantemente presa dal Governo americano "la composi– zione del Governo italiano è un affare puramente italiano," e che il Governo americano "aspetta che gli italiani risolvano i loro problemi di governo secondo le linee democratiche senza influenze esterne." Ma queste non sono che opinioni personali del Presidente Roosevelt e del Segretario Stet– tinius. La libertà di parola è una delle quattro libertà che il Presidente Roosevelt ha promesso "everywhere in the world." Sarebbe strano che proprio lui e il suo Segretario di Stato dovessero esserne privati. Ma il diritto di ultima decisione rimane incontestato al Governo inglese c4e può avere opinioni diverse da quelle di Roosevelt - e questo è l'essenziale. Sembra che l'ambasciatore inglese a Roma, trovatosi di fronte al nome di Sforza come possibile ministro degli esteri, abbia messo immediatamente il veto di propria iniziativa, e che il Governo di Londra, approvando l'esclu– sione, abbia ritenuta la materia cosi poco importante da non meritare una consultazione preventiva col Governo americano. Cps1 il veto fu reso pub– blico prima che il Governo di Washington fosse "consultato" e neanche "informato." Il Governo americano reagf il 5 dicembre annunziando di non "aver mai dichiarato al Governo italiano che da parte sua vi era alcuna obiezione al Conte Sforza." Ma non contestò il diritto inglese di porre il veto al Conte Sfor~a nella sfera di influenza inglese" - e questo è l'essenziale. 631 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=