Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America dato a trovarlo come era andato a trovare il Papa. Dopo tutto, Chur– chill ha bisogno che qualcuno nella sua "sfera d'influenza" agisca da ge– rente responsabile di una politica la quale è decisa a Londra, a Washing– ton, a Quebec, ovunque meno che a Roma. E nessuno obbligava gli ammi– nistratori della città di Roma a imitare con Roosevelt il servilismo di Bonomi verso Churchill. Che cosa sperano questi signori di ottenere o di evitare con la loro servilità? Sperano di ottenere una revisione del secondo armistizio? Temono che la popolazione italiana sia lasciata morire di fame nelle retrovie di eser– citi che sono ancora in guerra e che hanno interesse a non avere alle proprie spalle un cimitero? A chi giova la servilità italiana? Non all'Italia, che non si fa rispettare da nessuno sfoggiando tanta inutile servilità nella sventura. E non all'Inghilterra, che ha bisogno di sentirsi dire la verità e non di essere illusa da quegli atti servili. Non all'America, che non ha dimenticato le promesse fatte all'Italia dal Presidente Roosevelt, e ne esi– gerebbe il mantenimento se gli stessi governanti italiani non si compor– tassero come se quelle promesse fossero state già mantenute. Gli anglosassoni sono uomini non femminucce. Sanno rispettare chi si sa far rispettare, sapendo quel che deve domandare e domandandolo francamente. Non sanno che farsene di chi si prosterna ai loro piedi doman– dando pietà. Sono assai sensibili alle maniere di quelli coi quali essi stanno trattando. I complimenti, le adulazioni, le offerte di servitu non li dispon– gono bene, ma suscitano in essi diffidenza e, quando si moltiplicano, disprezzo. Quando danno una parola la mantengono, ma intendono darla a gente che si rispetti e non a servitori raccattacicche. Dopo la disfatta del 1870, in Francia, i tedeschi occuparono nella vicinanza di Parigi una casa signorile, quel che i francesi chiamano un "chateau." Alla padrona di casa lasciarono un'ala del palazzo, ma pretesero che essa facesse gli onori di casa durante i pasti. La signora si chiuse nelle sue stanze, e si presentò puntualmente ai pasti la sera nella toeletta delle grandi occasioni. Salutava tutti maestosamente con un cenno del capo, si sedeva a tavola, e non parlava a nessuno. Si limitava a rispondere alle domande col minimo numero di parole o dicendo: "je ne sais pas." Finiti i pasti, si alzava, salutava con un cenno del capo, e scompariva. Dopo un po' di giorni il Comandante tedesco la pregò di non farsi piu vedere. \ Sembra che in Italia né Bonomi, né Sforza, né gli amministratori della città di Roma sieno capaci di imitare quella signora francese. Non sanno sopportare con dignità la propria sventura. 602 BibliotecaGino Bianco

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