Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Le frontiere d'Italia non era possibile separare gli slavi dagli italiani, mescolati com'erano nelle case e negli stessi appartamenti di un medesimo palazzo. Il censi– mento italiano del 1931 pensò bene di ignorare le differenziazioni nazio– nali e dette soltanto· 1a popolazione totale per ogni città col suo territorio circostante. D'altra parte, il regime fascista non rifugg1 dai mezzi piu bassi per costringere gli slavi a fuggire in Jugoslavia e per fare adottare nomi italiani a quelli che rimanevano. Nello stesso tempo si importava dall'Italia quanta piu gente possibile, per ~impiazzare coloro che venivano strappati al loro lavoro o costretti a emigrare. Durante questa guerra vi s~no stati assassin1 in massa. Quale sia la situazione attu~le noi non sap– piamo. Tuttavia, prendere tale situazione come base delle rivendicazioni ita– liane, sarebbe ·come premiare la criminalità. L'unico modo onesto di af– frontare il problema sarebbe quello di assumere come base la situazione del 1910, e ritenere che da quell'epoca al 1940 la popolazione italiana e quella slava si siano accresciute in proporzione analoga al periodo prece– dente: Se partiamo da questa ipotesi, e se alla Jugoslavia, o a quallli_lque altro organismo politico che ne prenda il posto, verranno assegnati i territori a maggioranza slava, ossia se un totale di 400.000 persone va alla Jugoslavia, resta ancora da disporre di una zona abitata da una popola– zione mista italo-slava di circa 500.000 persone. A chi assegnarla? Di questo mezzo milione di persone,· 300.000 sono italiani e 200.000 slavi. Ma le cifre non dicono tutto. Il problema da risolvere non è quello di contare i nasi e assegnare il territorio al maggior numero di nasi. Il problema da risolvere è quello di vedere se l'amministrazione di questo territorio misto dovrebbe superare difficoltà maggiori se al potere fossero gli italiani," oppure gli slavi. Una città come Trieste, con 119.000 abi– tanti (nel 1910; la cifra sarà probabilmente stata di 170.000 nel 1931) sarebbe piu facile da amministrare se 54.000 slavi (nel 1910; la cifra sarà probabilmente stata di 80.000 nel 1931) ne avessero il controllo? Secondo lo Stateman's Year Book del 1934, Gorizia ha 46.000 abitanti e Pola pure 46.000; Monfalcone 18.000, Pirano 19.000, Capodistria 13.000, Parenzo 12.000, Dignano 11.000, Rovigno 10.000. La mas– sima parte degli slavi, anche se nelle statistiche appaiono come facenti parte di comuni con popolazione non molto inferiore ai 10.000 abitanti, s~:mosparsi in piccoli nuclei nelle campagne; mentre gli italiani sono tutti raccolti nelle città. Non c'è ragione di pensare che gli abita11ti delle città siano piu intelligenti o onesti dei contadini, siano essi italiani oppure slavi. Ma nelle presenti condizioni sociali chi può attendersi che una città come Trieste sia amministrata dalla minoranza slava dei suoi sobborghi e dai contadini slavi sparsi nel vicino Carso pietroso e poco abitato? Può una persona di buon senso pretendere. che i campagnoli slavi amministrino gli italiani di Gorizia e delle città dell'Istria occidentale? Oppure questi italiani devono essere gettati a mare? 595 41 B ____ 3ca Gino Bianco

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