Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America Dalmazia verranno sradicati dalla loro terra e scacciati, affinché alcuni politicanti di Belgrado o di Zagabria possano impossessarsi delle loro case, campi e botteghe. Speriamo che gli slavi siano piu intelligenti di alcuni dei loro consi– glieri occidentali, e che permettano agli ultimi resti della civiltà vene– ziana di spegnersi a poco a poco, un anno dopo l'altro dove si trovano. Se l'Italia e la Jugoslavia impareranno ad essere amiche, le grandi potenze non potranno piu servirsi di esse come di trastulli nei loro giuochi. Ma se continueranno ancora a litigare per quattro alberi di fico e per pochi nidi di lucertole, le grandi potenze troveranno sempre in loro otti– mi clienti per la loro politica d'equilibrio delle forze a spese degli "indigeni." Oltre alla Dalmazia, anche il settore orientale del territorio che gli italiani chiamano Venezia Giulia e gli slavi Marca Giuliana, dovrebbe andare alla Jugoslavia. Questa regione orientale è abitata da una compatta popolazione slava. La Triplice Intesa la promise all'Italia nell'infelice Patto di Londra del 26 aprile 1915, ed essa fin1 col fare parte del Regno d'Italia in seguito al trattato di Rapallo del 12 novembre 1920. (Cir– ca le frontiere del 1914, la linea del Patto di Londra del 1915, la linea sostenuta ·dal presidente Wilson nel 1919 e il confine fissato nel 19io, si confronti la cartina allegata). Questo territorio non avrebbe mai dovuto essere annesso all'Italia. Le popolazioni costrette contro la loro volontà a vivere in una nazione straniera, le quali guardano con nostalgia ai propri connazionali oltre il confine, sono fonte di debolezza e non di forza, di impopolarità e non di prestigio per la nazione dominante. La politica del regime prefascista verso la popolazione slava di questa regione fu goffa e incoerente, ma non avrebbe potuto essere molto mi– gliore, perché gli slavi non volevano essere governati dagli italiani né bene né male. Tuttavia, il regime prefascista non fu criminale quanto lo fu poi il fascismo che lasciò solo ricordi vergognosi. Il giorno in cui questa popolazione slava sarà politicamente unita al suo ceppo d'origine, sarà un giorno fortunato per gli stessi italiani. Una macchia sarà tolta dal vol– to dell'Italia. E speriamo che gli errori e i crimini di questi ultimi venticinque anni siano dimenticati al piu presto possibile, o almeno perdonati. . Come ho detto, la parte orientale della Venezia Giulia deve andare alla Jugoslavia. Ma che fare della parte occidentale, ossia della parte che comprende le città di Gorizia e di Trieste e l'Istria occidentale? Le sta– tistiche linguistiche austriache del 1910 indicavano che mentre la parte orientale della Venezia Giulia era abitata da una compatta popola– zione slava, la parte occidentale era abitata da una popolazione mista italo-slava. In questa regione gli Italiani predominavano nelle città, mentre gli slavi occupavano le campagne e avevano infiltrazioni nelle città. Sarebbe stato impossibile staccare le città dalle campagne vicine. E perfino nelle città 594 BibliotecaGino Bianco

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