Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America blicamente per la sua vittoria. L'attuale Papa, Pio XII, era allora segretario di Stato, vale a dire ministro degli Esteri di Pio XI. Sta facendo, oggi come ieri, lo stesso gioco astuto. Il 28 dicembre 1939, rivolgendosi al Re d'Italia, bened1 "l'illustre Capo del Governo italiano e i suoi Ministri," sebbene il Gran Consiglio Fascista avesse riaffermato sin dall'8 dicembre l'alleanza. militare italiana con la Germania e la politica di "non intervento per il momento"! Si notino le ultime tre parole. Il 13 aprile, mentre la psicosi di guerra veniva rapidamente stimolata in tutta Italia dalla macchina della propaganda fascista, Pio XII ricevette il Sottosegretario alla guerra italiano gen. Soddu, che gli rifed sull"' eser– cito italiano e il suo stato d'animo" (New York Times, 16 aprile). Que– sto annuncio ufficiale non fu accompagnato da alcun accenno al fatto che il Papa avesse deplorato la campagna guerrafondaia che si svolgeva in Ita– lia, o che avesse espresso al Sottosegretario alla Guerra italiano la spe– ranza che i preparativi bellici si sarebbero dimostrati superflui. Il 5 maggio, Pio XII tenne una allocuzione in una Chiesa roma– na, alla fine della quale pregò Gesu "di disperdere il turbine di morte che opprime l'umanità." I corrispondenti stranieri ebbero istruzioni di dare grande rilievo a questa preghiera e di sottolineare il fatto che "le strade erano gremite di cittadini entusiasti che inneggiavano, applaudivano e agi– tavano bandiere" (New York Times, 6 maggio) e che al termine dell'allo– cuzione papale i fedeli "gli fecero un'ovazione di cinque minuti" (New York Herald Tri'bune, 6 maggio). I giornali italiani del 6 maggio, però, tacquero della folla nelle stra– de, dell'allocuzione e dell'applauso che la coronò. Invece, il 7 maggio, annunziarono che il giorno precedente il Principe ereditario era stato so– lennemente ricevuto dal Santo Padre. Il Principe ereditario era uno dei due capi destinati a guidare l'esercito italiano nella imminente guerra. L' allocu– zione del 5 maggio aveva lo scopo di dimostrare, fuori d'Italia, che il Papa bramava la pace, mentre l'udienza del 6 maggio intendeva fare ca– pire agli italiani che il Papa e il governo italiano lavoravano d'amore e d'accordo. Come risultato dei negoziati tra Pio XII e Mussolini, l'Osservatore Romano, organo semiufficiale del Vaticano, smise verso la seconda metà di maggio di pubblicare gli articoli pacifisti che avevano provocato la proibizione della sua circolazione in Italia; e dal 27 maggio ricomparve nel– le edicole, pubblicando soltanto i bollettini di guerra ufficiali "senza com– mentarli." Il 29 maggio, Pio XII ammetteva alla propria augusta presenza il nuovo ambasciatore italiano presso la Santa Sede, e "inviava la sua bene– dizione al Re Vittorio Emanuele III, al Primo Ministro Benito Mussolini e a tutta la nazione italiana." Non poteva certamente essere all'oscuro del– le manifestazioni bellicose delle ultime settimane. In Italia Pio XII benedice Mussolini, il Re, il Principe ereditario e 16 BibliotecaGino Bianco

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