Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Mussolini, il Re e il Papa tutti gli altri responsabili di una politica di guer~a. Fuori d'Italia si pre– senta come l'agnello della pace, la vittima di Mussolini. Alla sua morte nel 1903, Leone XIII lasciò un testamento politi– co al Collegio dei Cardinali e ai suoi successori. In questo documento am– moniva che una sola strada rimaneva aperta alla Santa Sede per difendere la propria indipendenza rispetto al governo italiano: non venire a patti. Il giorno in cui la Santa Sede avesse abbandonato questo suo atteg– giamento intransigente, sarebbe caduta irreparabilmente sotto l'influenza del governo italiano e ne sarebbe stato compromesso il carattere sovrannaziona– le della Santa Sede. Oggi non solo la Santa Sede è in pace col governo italiano, ma ne riceve anche 50 milioni di lire all'anno. Nessun altro go– verno paga alla Santa Sede un simile tributo annuale. Bisogna ammettere, d'altronde, che la responsabilità del Papa, per il bene e per il male, è attenuata moltissimo dal fatto che la sua in– fluenza politica in Europa non è che un bluff, preso sul serio solo nei paesi anglosassoni. Le allocuzioni di Benedetto XV durante la guerra 1914- 18 non abbreviarono quella guerra neppure di un giorno. La voce del Papa è ascoltata piu prontamente nell'America del Nord che in Italia o in qual– siasi altro paese di Europa. V Quando lo scorso settembre scoppiò la guerra, persone bene informate diffusero voci in Francia e in Inghilterra secondo cui il Primo ministro francese Daladier avrebbe pensato di attaccare l'Italia ed eliminarla dal numero dei possibili nemici mentre Hitler aveva le mani legate in Polonia, ma il Capo di Stato Maggiore francese generale Gamelin e gli inglesi si sarebber<? opposti a questo piano, obiettando che quasi certamente Mus– solini sarebbe rimasto neutrale. Per ora è impossibile accertare se l'infor– mazione fosse esatta, o se gli inglesi e i francesi si astennero allora e in qualsiasi altro momento dall'attaccare l'Italia semplicemente per mancan– za di uomini e di mezzi. Due fatti, comunque, sono certi. Il primo è che durante tutto l'autunno e l'inverno in Italia nessu– no parlò dell'alleanza con la Germania. Questo silenzio fu considerato una prova del fatto che Mussolini si era staccato da Hitler e che, se gli in– glesi e i francesi lo avessero aiutato a rifornire l'esercito e l'aeronautica, e a rafforzare le sue difese sul Brennero, certamente sarebbe rimasto neutrale. Oppure, chissà, forse si sarebbe perfino unito agli alleati contro Hitler! Mentre gli inglesi ed i francesi sognavano a occhi aperti, Mussolini or– ganizzava in tutta Italia una nuova campagna propagandistica. La Ger– mania fu dimenticata. Si parlava soltanto di Inghilterra e Francia. Bisognava essere pronti ad andare in guerra non "a fianco della Germania" ma piut– tosto "contro l'Inghilterra" e "contro la Francia." Gli uomini sono fatti cosi'.: è piu facile incitarli a odiare che ad amare! 17 BibliotecaGino Bianco

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