Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Le frontiere d'Italia Le radici del male risalgono dalla penisola a Londra e a Washington. Il nostro Dipartimento di Stato ha dato al Gqverno inglese mano li– bera nelle faccende italiane. In ogni. parte d'It~lia gli ufficiali americani sono sottoposti a quelli inglesi, i quali "per caso," sono sempre piu ele– vati in grado. I pezzi grossi di Washington pagano lo 'zampognaro e quelli di Londra ordinano la canzone da suonare. E tuttavia, i pezzi grossi di Washington ìOno altrettanto responsabili di quelli di Londra. Le frontiere d'Italia1 Quando, il 21 settembre 1943, il Primo Ministro Churchill affermò, alla Camera dei Comuni, che l'impero italiano "era perduto, irreparabil– mente perduto,'' senza dubbio si riferiva a tutti i territori che dal 1936 in poi sono stati denominati "Africa Orientale Italiana," cioè l'Etiopia, l'Eritrea e la Somalia italiana. Dal 1936 al 1943 questi territori hanno costituito "l'impero" del Re Vittorio Emanuele III. Il 30 novembre 1943, il Governo italiano, presieduto dal ~aresciallo Badoglio, privò ufficialmente il Re del suo titolo di "Imperatore," riconoscendo cosf ufficialmente la perdita dell'impero dell'Africa Orientale. La Cirenaica, cioè la regione orientale della Libia, sembra destinata ad entrare a far parte, in un modo o nell'altro, dell'Egitto. La parte me– ridionale della Libia, ossia il Tibesti e il Fezzan, andrà molto probabil– mente ~Ila Francia. Sono le plaghe piu desolate del deserto del Sahara ma sono ampie e fanno una bellissima figura sulle carte geografiche a soddisfazione delle teste vuote degli imperialisti. Quale debba essere la sorte della Tripolitania, cioè della regione occi– dentale, confinante con la Tunisia, è ancora sulle ginocchia degli dei. Alcuni italiani sperano che almeno la Tripolitania venga loro lasciata, come fiche de consolation. Né la Tripolitania, né alcun'altra colonia italiana ha mai arrecato al popolo italiano il minimo vantaggio economico. Esse hannp inghiottito enormi somme di denaro dei contribuenti, e ne hanno tratto vantaggio solo i burocrati civili e militari e gli appaltatori. Nessuna delle colonie risolverebbe mai, e n~mmeno permetterebbe di alleviare, il problema dell'eccesso demografico in Italia. Le poche mi– gliaia di contadini che verso il 1940 menavano vita grama in Libia· vi erano state trasportate a spese ddlo Stato e venivano sostenute con forti 1 In "Foreign Affairs," l'autorevole mensile statunitense specializzato nella trattazione dei problemi di politica internazionale, ottobr~ 1944. 591· BibliotecaGino Bianco

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