Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America tagna e l'America non debbono "ritirarsi troppo presto dall'Italia." Egli ha perfettamente ragione. Ma l'America e la Gran Bretagna non possono li– mitarsi a cercare di nutrire gli Italiani. C'è anche un problema politico da affrontare. Visto che bisogna evitare l'avvento del regime stalinista, quale linea di condotta politica debbono seguire la Gran Bretagna e l'Ame– rica, mentre si danno da fare per risolvere il problema del cibo per gli italiani? Debbono aiutare i gruppi di centro, o piuttosto abbandonarli in balia della Casa Reale e di Badoglio? Ecco la risposta del Signor Bullitt: C'è un fattore permanente nella vita italiana che essi (gli stalinisti) troveranno difficoltà a sconfiggere. Non si tratta della Casa Savoia, poiché il Re Vittorio Emanuele è totalmente screditato, e il Principe Umberto non è popolare presso gli italiani e si pu6 non tenerne conto. Tale fattore è rappresentato dal Vaticano. Finalmente, riusciamo cos1 a scoprire chi sono i "romani" e gli "ita– liani" del Signor Bullitt. Sono i prelati del Vaticano. Questi signori ieri applaudivano entusiasticamente Mussolini. Oggi fan chiasso a favore di una occupazione militare anglo-americana che dovrebbe durare cinque, die– ci, o tutti quegli anni che occorreranno per mettere i suddetti signori saldamente in arcione. Sono questi prelati i quali "sanno che se i comu– nisti si impadronissero dell'Italia, la mano di Mosca ghermirebbe il Santo Padre. Il Vicario di Cristo sarebbe scacciato da Roma," ma gli italiani "marceranno in difesa del Santo Padre, come una volta fecero i Crociati." Gli "italiani" ed i "romani" di Cambridge, Mass. mancano dall'Italia dal 1925, mentre il Signor Bullitt vi si è recato nel 1944. Ma essi nac– quero e furono allevati in Italia, e hanno dedicato mezzo secolo di studio a cercare di comprendere le tradizioni ed i sentimenti delle varie classi sociali della popolazione, nelle diverse regioni italiane. Dopo aver lasciato l'Italia, sono rimasti in contatto col maggior numero possibile di italiani. Perciò è probabile che conoscano l'Italia un po' meglio degli "esperti" piovuti dal cielo. Sono anch'essi convinti che se i comunisti si impadro– nissero dell'Italia, il Papa si troverebbe in una posizione difficile. Ma sono altrettanto sicuri che, se gli amici del Signor Bullitt tentassero di invi– schiare il Papa nel nido di vespe della politica italiana, moltissimi· ita– lani diverrebbero ferocemente anticlericali, e le conseguenze di tale errore sarebbero terribili per tutti, né si farebbe avanti alcun crociato. Se gli amici del Signor Bullitt non avessero dimenticato la storia, gli direb– bero che nel 1870, quando gli italiani occuparono Roma e posero fine agli ultimi resti del vetusto potere temporale dei Papi, non un solo dito italiano si levò in aiuto di questi, e in suo favore non fu versata nep– pure una goccia di sangue italiano. Oggi il Papa non se la caverebbe meglio di quanto non fece settanta anni or sono. Anche se tutti i romani e tutti gli italiani fossero pronti ad obbe– dire, politicamente al Papa, il che non è affatto vero, come sistemereb– bero gli amici del Signor Bullitt la questione delle relazioni politiche tra 582 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=