Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L I Italia vista dall'America stein, da Eduard Osupka-Murawski e dal Generale Michael Rola-Zymier– sky. Può darsi che né voi che leggete né chi scrive abbia mai sentito parlare di questi signori. Ma "gli italiani" li ·conoscono di persona. Senza ricorrere ad alcun sondaggio Gallup essi sanno che "quasi tutti i polacchi viventi in Polonia" riconoscono come loro governo legittimo non il Co– mitato Comunista, ma il Governo in esilio che risiede a Londra. "I romani" prevedono che la Russia sovietica si impadronirà di tutta l'Europa orientale, dalla Finlandia e dalla Prussia orientale, alla Cecoslo– vacchia e alla Bulgaria. Appartenendo alla stessa razza di Machiavelli (Ma– chiavelli non manca mai quando un "esperto" parla dell'Italia), "gli ita– liani" non riescono a celare la loro ammirazione per l'abilità dell'imperia– lismo sovietico. Ma non si nutre alcuna speranza, "in Italia," che la Ro– mania possa rimanere uno Stato indipendente. "I romani" ritengono che l'Ungheria sarà occupata dall'Armata rossa. "Gli italiani" possiedono "am– pie prove documentate che la Russia sta cercando di instaurare un regime comunista in Jugoslavia, e temono che anche l'Austria possa cadere sotto il controllo di Mosca. Questa prospettiva li atterrisce. "Il bolscevismo al Brennero significherebbe, essi temono, ben presto il comunismo anche in Lombardia." Comunque si mettano le cose, "i romani" si augurano che l'esercito inglese ·raggiunga l'Austria prima dell'Armata Rossa, e vi installi "un governo democratico sotto una monarchia," realizzando cosf le spe– ranze di quei monarchici austriaci che "lavorano e pregano per il ritorno di Otto d'Asburgo." A Roma si spera che gli Stati Uniti vorranno so– stenere la Gran Bretagna nella sua prossima prova contro la Russia. "Gli italiani" non hanno tempo di preoccuparsi della Germania, ma confidano che gli inglesi, i francesi, e gli americani, vorranno mantenere almeno la parte del paese ad occidente dell'Elba fuori del controllo so– vietico. "I romani" conoscono bene Hitler e temono che, al momento della disfatta, egli possa consegnare la Germania ai comunisti. Se tale incubo dovesse realizzarsi, si spegnerebbe negli italiani anche l'ultima piu tenue speranza per il futuro. "I romani" non si aspettano la pace. Quelli di loro che sono ottimisti, prevedono che la terza guerra mondiale, combattuta da una parte dall'U– nione Sovietica, e dall'altra dall'Europa occidentale sostenuta dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, avrà inizio fra una quindicina di anni mentre i .pessimisti, temono che l'Europa occidentale, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti non oseranno neanche combattere. E qui, prendiamo fiato per un momento. Il signor Bullitt dice sempre "i romani," o "gli italiani," e mai "qualche romano," o "i miei amici italiani." Tutti gli italiani, tutti i romani sono, secondo lui, miracoli di sapienza, campioni di saggezza, e profeti di prima grandezza. Chi oserebbe pensare che essi abbiano bisogno di essere rieducati alla democrazia? Nes– sun professore universitario americano di scienze politiche, di relazioni in– ternazionali, di storia contemporanea o di geografia può competere con i conducenti di taxi "romani," o con i ciabattini "italiani" di Bullitt. 578 BibliotecaGino Bianco

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