Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

I "romani" del signor Bullitt pure, nonostante siano stati abbandonati a se stessi, senza mezzi di sorta, quegli infelici fecero miracoli in una lotta ineguale contro tedeschi e fascisti. Ma il ministero britannico della propaganda ha fatto la congiura del silenzio anche nella stampa americana sui sacrifici e sui successi di quei figli di nessuno. Ed ora ecco che alla congiura del silenzio comincia a sostituirsi la congiura delle diffamazioni! I "romani" del signor Bullitt1 Finalmente qualcuno si è recato in .Italia non per "purificarla" o "disinfestarla," non per "rieducarla" alla democrazia, ma per trarre pre– ziosi insegnamenti da quell'antica fonte di scienza e di saggezza. Quest'uo– mo eccezionale è William C. Bullitt, ex-ambasciatore degli Stati Uniti in Russia e in Francia. A Roma egli ha preso i "romani," o meglio "gli italiani" per suoi maestri. Si è messo cosf in condizione di osservare "il mondo da Roma," e ci ha dato modo di partecipare a questo suo privi– legio scrivendo nel numero del 4 settembre 1944 della rivista Li.fe. Dal suo articolo apprendiamo che il prestigio della Gran Bretagna in Italia è enorme, ma che "i romani" si accorgono tuttavia che la sua potenza non è piu quella che era nel diciannovesimo secolo. "È opinione degli italiani," che la Gran Bretagna uscirà da questa guerra vittoriosa ma esausta, e chi potrà arginare allora la marea comunista in Europa? "Tutti in Italia" si domandano se questa guerra non condurrà per caso ad un assoggettamento dell'Europa a Mosca, anziché a Berlino. "I romani" pensano che le generazioni future bi~simeranno fortemente il governo americano per non aver chiesto a Stalii;i, nell'estate del 1941, quando la Russia era minacciata di distruzione da Hitler, di impegnarsi, in cambio dell'aiuto americano che gli era necessario, a rispettare "l'indi– pendenza degli Stati europei." "Gli italiani" temono che, a causa di quella omissione, il ritiro delle forze inglesi e americane dal continente li lascerà alla mercè dell'Unione Sovietica. "I romani" sono eruditissimi su tutti gli argomenti. Essi sono straor– dinariamente al corrente delle faccende polacche. ·Sono rimasti scandaliz– zati dal riconoscimento del Governo di Liberazione polacco da parte del– l'Unione Sovietica. "I romani" conosconò a fondo il passato di ciascuno dei quindici membri di quel comitato, a cominciare da Emile Sommer- t Da "The New .Republic," 2 ottobre 1944. 577 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=