Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Firenze ed ammirare, quelli almeno che si lasciavano trascinare a Roma stipati come sardine nei vagoni di terza classe, ad applaudire su comando ai discorsi del duce. Mr. Matthews ci fa sapere -che Carlo Ragghianti promette di avere una parte importante nella Toscana di domani. Purtroppo Mr. Matthews non può dire che è comunista. Non è che uno stodco dell'arte. Ma fu sempre antifascista, ed ora è capo del Comitato .fiorentino di liberazione. Evidentemente è uomo da non .fidarsene ... Ogni quarto d'ora americani e inglesi vi domandano che presentiate loro sulla guantiera qualche leader. Quando voi gli fate un nome, vi domandano se fu fascista o antifascista. Se voi dite che fu antifascista, vi dicono che non è buono. Ne vogliono un altro. Mr. Matthews ha scoperto che a Firenze non c'è "democrazia del lavoro." Abbia pazienza e anche questa comparirà anche a Firenze e sarà subito "riconosciuta" dalla Commissione di Controllo Alleata. Naturalmente "i comunisti sono forti per effetto della loro organiz– zaz'ione e dei loro mezzi .finanziari inesauribili," sf precisamente "inesauri– bili." Ma Mr. Matthews è preoccupato specialmente della purga che mi– naccia a Firenze aristocratici e monarchici. I partiti che formano il Comi– tato di Liberazione Nazionale hanno istituito un Comitato d'epurazione: "si propongono di andare molto piu in là che Roma o gli alleati andreb– bero, e questo minaccia di causare frizione." Frizione con chi? O bella, colla Commissione di epurazione che siede a Roma, a capo della quale siede il Conte Sforza e che finora ha dato molte èhiacchiere e poca farina. Piu procederà verso il nord e maggiori cause di frizione Mr. Mat– thews avrà da scoprire, e piu necessario gli apparirà l'intervento della Com– missione di Controllo Alleata. Mr. Matthews trovò che Ragghianti parlò di Roma con t:1p1codi– sprezzo .fiorentino, e domanda per l'Italia una amministrazione piu decen– trata di quella da· cui l'Italia è stata afflitta dal 1870 in poi. E cosi · "già si vede chiaramente in opera quel regionalismo che è stato una delle debolezze dell'Italia." Se Mr. Matthews fosse meno ignorante di cose ita– liane, saprebbe che il desiderio di decentramento amministrativo non ha ni~nte da vedert; col regionalismo di novant'anni or sono. Durante la guer– ra del 1914-1918 non apparve in Italia nessuna traccia di regionalismo. Gli italiani si dividevano in clericali e anticlericali, monarchici e repubbli– can, conservatori e democratici, individualisti e socialisti. Nessuno senti mai parlare di piemontesi o siciliani, sardi o veneti. Questa storiella del separatismo è stata .goµ.fìata in Sicilia da agenti bri~annici, ed ora è messa in giro per convincere la gente che gli italiani hanno bisogno di cinque, magari dieci anni, d'occupazione anglosassone per imparare a non far pazzie e a non sbranarsi fra loro. Prima di raccontarci che a Firenze gli antifascisti si fecero vivi solo dopo che i tedeschi se n'erano andati, Mr. Matthews, sul New York Times del 1 ° agost_o,ci aveva messi in guardia contro quelli che i comu- 575 Biblioteca Gino Bianco

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