Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America wounded, but that was not unti! after the German crime had aroused their pass1ons. It is the worst failure of Italian partisanship in the whole war." "Un solo martire" ebbe Firenze in quei giorni di distruzione. E fu nella Chiesa di Santo Stefano. Il suo prete, vecchio di 93 anni, rifiutò di andarsene e morf di concussione. Rifiutò di andarsene? S1, i tedeschi, secondo il corrispondente del New York Times, durante cinque giorni obbligarono 50.000 persone ad allon– tanarsi dalle vicinanze dell'Arpo per duecento metri ai due lati. Quando le due zone furono del tutto evacuate, procedettero a far saltare tutto per aria "senz'altro che proteste verbali da parte dei fiorentini." Se i fiorentini fossero stati tutti forniti di un animo eroico, come il corrispondente del New York Ti'mes, essi, prevedendo quello che i te– deschi avrebbero fatto di quegli edifici, si sarebbero rifiutati di allontanarsi. E i tedeschi li avrebbero lasciati H gentilmente a fare la fine del prete di 93 anni. Anzi, non appena i tedeschi avessero cominciato a far saltare per aria gli edifizi, si sarebbero gettati contro i tedeschi e li avrebbero tutti massacrati. O eroico corrispondente! Il nostro eroe non si è domandato se gli abitanti di Tolone, di Marsi– glia, di Brest, di Le Havre, di Dieppe si ribellarono ai tedeschi quando furono evacuati. Egli non si domandò se oggi in una città, dove grosse forze militari sono concentrate, la popolazione ha tecnicamente modo di battersi contro quelle forze prz'ma che il loro sfacelo non si sia manifestato. In una città solidamente occupata da forze organizzate possono aver luogo "colpi di mano" individuali, come quello che costò la pelle a Gio– vanni Gentile a Firenze, o ad alcuni collaborazionisti a Parigi. Ma una lotta di massa contro le truppe di occupazione non è possibile. Non è con fucili da caccia o revolvers che si va all'assalto di mitragliatrici e di bombe a mano. Gli insorti, come noi vorremmo fossero chiamati i cosf detti "partigiani"· in Italia, possono fare miracoli collettivi solamente nelle campagne, se hanno l'aiuto delle popolazioni rurali. E anche allora riescono specialmente in colpi di mano e atti di sabotaggio che non richiedano concentramenti di grandi masse. Contro forze nemiche numerose gli in– sorti sono impotenti anche in aperta campagna. Come avrebbero potuto gli insorti di Firenze battersi contro i tedeschi ammassati di qua e di là dell'Arno in tale' numero da poter cacciare fuori delle loro abitazioni ben 50 mila persone, solamente l'eroico cuore del corrispondente del New York Times può capirlo. La condanna pronunciata dall'eroe è cosf patentemente ·ingiustificata che sorge la necessità di domandarsi se per avventura quella condanna non sia stata dettata da qualche ragione in cui il dolore per la demolizione della vecchia Firenze non ha nessuna parte. Sissignori! La ragione c'è. Gli insorti di Firenze e la massima parte della popolazione di Firenze sono diventati repubblicani. Nell'aprile del 1925 quando il Re andò a Firenze a inaugurare una esposizione, la intera 572 Biblioteca Gino Bianco I

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