Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America politica è l'arte ·del possibile e non il sogno del desiderabile." Ma que– sti aforismi buoni per tutti i tempi e tutti i luoghi non cavano un ragno dal buco in nessun tempo e in nessun luogo. Bisogna scendere dalla stratosfera delle astrazioni, e dimostraFe perché, nell'Italia del 1944, nessuna altra politica era possibile tranne quella di Croce e Ci. Dopo la marcia su Roma del gabinetto Bonomi, Croce si è dimesso dal governo. È tornato alla filosofia. Ma sembra che ai due motivi, certo plausibili, citati come cause del suo ritiro, e cioè la tarda età e il desi– derio di finire dei lavori filosofici in corso, se ne debbano aggiungere altri e piu gravi. Ha Croce provato un senso d'imbarazzo per la compagnia in cui si era imbrancato e che lo portava in giro, come la statua del Santo Patrono, utilizzando la sua fama internazionale ed il prestigio del suo nome? O meglio ancora, ha Croce cominciato ad aprire gli occhi alla realtà? Se dobbiamo credere al corrispondente del New York Times e amico perso– nale di Croce, H. L. Matthews (14 luglio), Croce ha preso un atteggiamento energico di fronte ad alcuni suoi colleghi nel Ministero, e forse la maggioranza dei Ministri consentono con lui. Croce ritiene che se i termini dell'armistizio del 29 settembre non sono modificati, il Ministero dovrebbe dimettersi quando saranno pubblicati, rifiutando ogni responsabilità, e lasciando gli Al– leati nella difficile posizione di dover amministrare l'Italia senza un governo. Se ciò è vero, Croce ha veduto nel luglio la luce che avrebbe do– vuto vedere in aprile. Era allora che Croce e Ci. avrebbero dovuto rifiutare di entrare nel Ministero se prima i termini dell'armistizio non erano modi– ficati. Ora Croce non è piu nella stessa solida posizione morale dell'aprile. Alle difficoltà esistenti allora, si sono aggiunte ora quelle create dalla resa a discrezione dei partiti antifascisti e dagli impegni assunti direttamente o implicitamente verso gli Alleati. Noi non abbiamo alcuna obbiezione alla presenza di filosofi al go– verno, anche senza fare appello a Platone e a Marco Aurelio. Ma non abbiamo dimenticato che Platone suggeriva ai filosofi di cominciare a prender parte attiva alla politica sin dalla prima giovinezza, e che Marco Aurelio non seppe far di meglio che lasciare l'impero nelle mani di quel bel tipo di Commodo. Croce che non aveva mai avuto nessun gusto per la politica militante, si è trovato preso in ingranaggi che non gli erano familiari. Francamente, non possiamo dire di veder con dolore il suo volon– tario allontanamento dal governo. Crediamo anzi, che sarebbe stato meglio non ci fosse mai entrato. Ma gli auguriamo cordialmente ancora molti anni di viva ed efficace attività culturale. 570 BibliotecaGino Bianco GIORGIO LA PIANA GAETANO SAL VEMINI

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