Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Benedetto Croce e i segreti degli dei la bocca alla gente col semplice sentenziare che solo chi fa parte del circolo intimo in cui Croce brilla come stella di prima grandezza, sa quel che dice, e chi non conosce i segreti degli dei perché non sta sul posto (ma non li conoscerebbe m~ai;ichese stesse sul posto) deve aspettare a espri– mere un'opinione che gli arcana imperii gli sieno rivelati chi sa quando. Sotto Mussolini chi faceva domande indiscrete andava a domicilio coatto. Croce è un "liberale" e non gli è permesso soffocare le domande con quel metodo. Deve quindi accettare l'altro metodo, il metodo "liberale," cioè mettere le carte in tavola, e non parlare per enigmi come fa Sibilla Cumana o come il Papa. Né Croce può mettere a tacere le critiche coll'insegnare agli "esuli" che essi dovrebbero astenersi dalle "voci irose" e piuttosto andare in Ita– lia ad affrontare le difficoltà della situazione reale. Siccome è chiaro che Croce pensava a noi di oltre oceano quando scriveva il suo ar~icolo, sarà bene chiarire senz'altro che noi non siamo "esuli." Siamo diventati cittadini americani. Come tali noi non abbiamo nessun diritto di tornare in Italia ad occuparci di politica italiana. Ma vi sono in America e in Inghilterra centinaia di "esuli" che smaniano di tornare in Italia. Non possono, perché né il Governo inglese, né il governo americano lo con– sentono. Non sappiamo se questo avvenga contro o secondo i desideri di chi sta in Italia a monopolizzare la rappresentanza del popolo italiano. Date queste condizioni non è degno di un uomo come Croce rimproverare agli esuli di starsene all'estero invece di accorrere in Italia a cooperare con Croce e Ci. o a fare opposizione. Croce è uomo di pensiero e non dovrebbe far uso di certi argomenti da politicanti volgari. Quanto à noi, che non siamo "esuli," noi abbiamo il diritto e il dovere, come cittadini americani, di esprimere· le nostre opinioni sulla po– litica americana verso l'Italia, di metterne in luce gli errori, di proporre quella condotta degli affari che a noi sembra la piu adatta a tutelare gli interessi dell'America entro la cornice di una politica internazionale giusta per tutti_ i popoli, compreso il popolo ital~ano, e atta a garantire la pace nel mondo. I destini dell'Italia, e degli altri paesi dell'Europa ad ovest della Russia, sono decisi oggi non a Napoli o a Roma,. ma a Londra, a Washington, a Mosca. Gli italiani che operano in Italia pos– sono obbedire o rifiutare la loro cooperazione alle decisioni dei vincitori e cosf possono esercitare ·sugli eventi una influenza che può diventare assai notevole. La loro azione locale sarebbe piu efficace se fuori d'Italia fosse secondata da un'opinione pubblica esattamente informata,• da gente che non è a servigio di nessuna politica ufficialel ma agisce secondo la . . propria coscienza. Croce non rifiuterebbe certamente il concorso di queste forze se esse favorissero la sua politica. Questa coincidenza, sfortunatamente, non esi– ste, per quanto riguarda noi. La politica che a nostro parere gli Alleati avrebbero dovuto seguire in Italia, se volevano mantenersi fedeli ai prin– cipt formulati in solenni dichiarazioni ufficiali e alle tradizioni della demò- 565 BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=