Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Benedetto Croce e i segreti degli dei1 L'Office of War Information ci ha fatto sapere che il primo numero del quotidiano Corriere di Roma, pubblicato nel giugno scorso sotto gli auspici delle autorità militari anglo-americane, conteneva nella prima pa– gina un articolo di Benedetto Croce sotto il titolo "Saluto a Roma." Pur– troppo il Bollettino non ha dato il testo completo dell'articolo, ma la sola conclusione. Dobbiamo dunque contentarci di questa. Eccola: Forse alcuni di quei nostri atti dei quali vi è giunta sommaria e imperfetta noti– zia, non vi saranno stati chiari e vi avranno lasciato perplessi. Ma io ho fiducia che, quando ne sarete a pieno istruiti, riconoscerete che cosf e non altrimenti dovevamo comportarci, perché la politica si fa e si giudica in relazione ai mome_nti e ai luoghi, e non già nei campi dei desideri e dell'immaginazione, come purtroppo pare che pre– tendano esuli che ci mandano le loro voci irose attraverso l'oceano, i quali, sventura– tamente, per essi e per noi, non sono a lavorare con noi dinanzi alle particolari diffi– coltà e ai duri limiti delle cose reali. Ma, in ogni caso, io sono sicuro che accoglierete il lavoro che, secondo le nostre forze e la nostra coscienza abbiamo compiuto, e lo accetterete perciò stesso che lo correggerete e lo perfezionerete e lo porterete innanzi, ricordandovi sempre che noi abbiamo costantemente pensato al giudizio che ne avreste dato un giorno voi e ci siamo attentamente guardati da compromessi dannosi, e anche semplicemente impaccianti, per l'avvenire dell'Italia, dell'Italia che oggi riacquista il suo capo, Roma, e ci auguriamo che presto ritorni tutta unita in concordia operosa. Il pensiero di Croce in questa pagina si riduce a quattro affermazioni: 1) quando saprete quel che veramente avvenne ci darete ragione; 2) ave– vamo da superare grandi difficoltà; 3) le nostre buone intenzioni non possono essere messe in dubbio; 4) non potevamo fare altrimenti. Se non 1 " l' " h ll'I 1· "1·b " ll'I 1· so o attraverso oceano, ma. anc e ne ta 1a 1 erata e ne ta 1a oc- cupata l'azione politica di Croce e Ci. ha lasciato perplessa molta gente, come Croce riconosce, e, uscendo dalle espressioni ovattate, ha sollevato inquietudini, critiche, proteste, Croce non può ottenere il silenzio nelle file col semplice dire che la gente, quando saprà come andarono le cose, ri– conoscerà che non si poteva fare altrimenti. Mussolini nei momenti scabrosi dava l'ordine: "Non parlate al manovratore." Che forse Mussolini ha la– sciato i "liberali,, come suoi eredi?· Certo le difficoltà erano grandi. Se non fossero state grandi non ci sarebbe stato bisogno che uomini come Croce si disturbassero ad affrontarle. Qualunque Facta sarebbe bastato. Se le difficoltà erano grandi, quali. furono queste difficoltà? E Croce e Ci. le hanno attenuate se non risolte, oppure le hanno rese piu serie e piu tra– giche? Questo il punto da discutere. Le intenzioni di Croce e Ci. saranno state buone: ma di buone in– tenzioni è lastricata la via dell'inferno. Ma quali furono queste intenzioni? Croce e Ci. "non potevano fare altrimenti.,, Perché? Croce non può chiudere 1 "L'Italia Libera," 16 agosto 1944. 564 BibliotecaGino Bianco

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