Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America voluto compiere nessuno nessuno di quegli atti di ossequio a cui fu costretto sotto il regime fascista. AAA sa da fonte sicura che quando Umberto andò a mettere la co– rona sulla tomba del padre di Mussolini disse a un amico: "Mi è stato ordinato di fare cosf. Mi toccherà fare anche questo." Mi è stato detto che Umberto, due mesi or sono, andò dai nostri generali per discutere . sull'armamento di un corpo d'armata. La discussione non condusse a niente. Da molti fra gli amici di Croce ho sentito fare le lodi della Principessa Maria José. Dicono che essa ha le virtu che mancano a suo marito. AAA dice che essa dové affrontare rischi terribili quando andava in giro colla sua automobile a portare notizie e istruzioni non essendo prudente telefonare. Essa riceveva in casa persone per discutere la situazione. Sapendo che la casa di Bonomi era il centro dell'opposizione antifascista, spesso riusci a procurare informazioni prezio– se, ma anonime, per mezzo di intermediari. Tutti affermano che fu proprio la scoperta di uno di questi complotti che obbligò il suocero a mandarla in !svizzera. La sua intelligenza è lodata da XXX, YYY, e AAA. Siccome si trova in Svizzera, non serve almanaccare su quello che sarebbe successo se fosse rimasta qui nei dieci mesi passati. L'Italia è moralmente rovinata, moralmente malata. Hanno dimenticato la diffe– renza fra giusto e ingiusto. Vi sono poche persone che danno un buon esempio. Gli Alleati non sempre hanno aiutato. Io rispetto AAA e Croce per l'esempio di buon senso e fermezza che essi danno. L'Italia ha bisogno di qualcosa di simile a una monarchia rigida. Umberto non vale molto. Ma neanche i Re d'Inghilterra nel secolo XVIII valeva– no gran che. Eppure sotto di essi si ebbe molta utile legislazione. Se la Principessa Maria José potesse dominare suo marito, questa sarebbe la soluzione. Uomini intelligenti che conoscono i loro concittadini meglio di me, dicono che una democrazia a base di elezioni col sistema dei partiti non funzionerebbe. Un par– tito andrebbe al potere e cercherebbe di rimanere. E lo stesso farebbero gli altri. Ne conseguirebbe un continuo cambiamento di ministeri con una conseguente fatale man– canza di stabilità. L'Italia ha bisogno di stabilità, naturalmente di una stabilità nel senso buono. Far conoscere le opinioni dei "liberali" (cioè "conservatori") romani e del nostro amico americano, che si è lasciato persuadere da essi, non vuol dire condividerle. Che cosa può essere mai la monarchia "rigida" che il "partito di Croce,, vorrebbe fondare? Che cosa può essere mai una democrazia non basata sulle elezioni e sulla esistenza di partiti concorrenti? Una democrazia senza partiti e senza elezioni non è piu democra– zia. È il fascismo. E la monarchia "rigida" ci fa pensare alla monarchia che Sonnino nell'ultimo decennio del secolo XIX sognò e invocò in un famoso articolo "Torniamo allo Statuto," pubblicato nella "Nuova Antolo– gia." Sonnino voleva in Italia una monarchia sul tipo prussiano, nella quale il Re, circondato da una solida nobiltà, e sostenuto da un esercito glorioso e da una burocrazia ben disciplinata, scegliesse il Primo Ministro senza tener conto della volontà del Parlamento. II Parlamento doveva avere il suo diritto di votare o rifiutare le nuove leggi e le imposte, ma il Re doveva avere il diritto di applicare le nuove leggi e le nuove imposte per decreto reale, lasciando che il parlamento blaterasse a suo agio. È questa la monarchia "rigida" a cui il "partito Croce" aspira? In Prussia la monarchia "rigida" era sostenuta da una nobiltà feudale intransigente fino al delirio, e da un esercito che aveva dietro di sé le 560 BibliotecaGino Bianco

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