Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

I "liberali" italiani I nostri lettori ricorderanno, speriamo, la interessante Lettera dal– l'Italia" da noi pubblicata nella seconda pagina del 16 maggio 1944. Fu scritta a Napoli da un americano di intelligenza non comt;me e di in– dubbia buona fede. Dopo di allora, il nostro amico si è trovato a contatto con persone appartenenti al gruppo "liberale," o come sembra dicano a Roma appartenenti al "partito Croce." La lettera che qui pubblichiamo, perciò, dà le opinioni di quei monarchici che hanno buttato a mare la persona del Re, ma rimangono attaccati all'idea della monarchia. Noi ci sentiamo in obbligo di sostituire con segni convenzionali i nomi delle persone ricordate nella lettera. Ma possiamo assicurare i nostri lettori che si tratta di uomini rispettabili che non fecero mai concessioni a Mussolini. Ecco la lettera: I romani sono convinti che Roma fu salvata dal Papa. La verità è che la fan– teria tedesca sulla linea Castelforte-Gaeta-Formia si sbandò in gran disordine prima che le riserve potessero entrare in azione. Sorpresi dallo sfacelo della prima linea, i te– deschi non ebbero tempo di preparare la resistenza a Roma e dovettero ritirarsi in gran fretta. Poterono solamente distruggere la centrale telefonica, gli impianti della luce, qual– che acquedotto. Il Papa non ebbe nessun merito nella fuga dei tedeschi come non ebbe nessuna responsabilità in quelle distruzioni. Ho visto AAA. Egli ammette che Bonomi armò i fascisti nel 1920 perché pensò che il fascismo avrebbe messo fine ai tumulti comunisti. Ma in seguito deplorò il proprio errore. :Egli credeva che il fascismo non sarebbe durato a lungo. In questi ultimi seì anni anche lui fu soggetto a persecuzioni. Vive nello stesso modesto appartamento che occupava nel passato. Egli non profittò del regime fascista. Negli ultimi anni ebbe la fiducia di tutti i piu autorevoli antifascisti di qualunque tendenza. Era naturale che egli diventasse il capo del Comitato di Liberazione e che gli fosse affidato l'ufficio di Primo Ministro. Non è un uomo energico. Non è impervio alle lusinghe. Può cambiare. Ma in questo momento è rispettato dalla maggioranza. I comunisti sono pericolosi demagoghi. Da essi non sono riuscito a ricavare nessuna idea pratica. I piu sono scervellati che non sanno come raggiungere i loro fini se non con mezzi estremi. Il primo giorno che entrammo· a Roma avreste dovuto vederli marciare nel quartiçre di Porta Maggiore coi fucili sulle spalle in cerca di gente contro cui tirare. Durante le prime due notti vi furono disordini in quella parte della città e furono sparati parecchi colpi di fucile. In ogni città dove arriviamo, i comunisti sono i primi a com• parire. In generale sono i meglio organizzati. Parecchi ricchi fascisti di ieri si ador~ nano oggi di coccarde rosse imitando il lupo che si nascose sotto la pelle dell'agnello. I comunisti offrono a quella gente "protezione" in cambio di moneta di cui hanno estremo bisogno. 1 I liberali dicono che i comunisti sono assai potenti e ne hanno paura. Se vi fosse oggi una elezione generale essa riuscirebbe tutt'altro che in favore del partito liberale. AAA e BBB, sono in favore di una monarchia in cui Umberto e la Principessa Maria José funzionino da simboli senza reale autorità. AAA dice che Umberto non avrebbe 1 "L'Italia Libera/' 1° agosto 1944. 559 BibliotecaGino Bianco

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