Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Soccorso di guerra all'ltalia 1 Lettera al Presidente Roosevelt Al Presidente - Washington D.C. Caro Signor Presidente, 1° agosto 1944 è stato istituito dal Governo degli S.U. un Comitato Americano per i soccorsi all'Italia, per l'amministrazione dei fondi messi a sua disposizione, e per l'invio in Italia di vestiti e di altri aiuti materiali raccolti in questo paese. La creazione di questo Comitato è stata una lodevole iniziativa, degna delle tradizioni umanitarie del popolo americano. Benché il Comitato sia stato indubbiamente istituito per evitare una dispersione di energie ed uno spreco di risorse e di tempo, non ci sembra del tutto ben fatto che il monopolio dei soccorsi all'Italia venga affidato ad un solo gruppo. Molte persone hanno, per una ragione o per l'altra, poca fiducia nel Comitato, cosf com'è costituito; altre preferiscono dare il loro contributo per scopi precisi, e senza passare attraverso un'organizza– zione non scelta da loro. , Molti cittadini americani e residenti di origine italiana - e tra que– sti anche noi - si chiedono perché un solo ente debba essere autorizzato a dirigere l'attività di soccorso all'Italia, e perché non sia permesso alle varie organizzazioni religiose, politiche e filantropiche che intendessero farlo, di istituire dei comitati propri, allo scopo di aiutare quegli italiani ai quali i componenti di tali organizzazioni sono legati da vincoli di pa– rentela, di amicizia, o da comunanza di idee. Milioni di cittadini- americani, e di residenti in America di origine italiana, hanno in Italia parenti ed amici, ai quali sono desiderosi di dare tutto l'aiuto possibile. È vero che ora si possono inviare limitate quantità · di danaro americano, ma le lettere provenienti dall'Italia dicono chiaramente che il danaro serve a ben poco, quando non si trovano sul mercato ve– stiti, scarpe ed altri prodotti di prima necessità. Data l'attuale situazione, quel che si consegna al Comitato va a de– gli sconosciuti, mentre i nostri amici e parenti, se ricevono qualche cosa, la ricevono sotto forma di carità anonima, dalle mani di burocrati civili ed ecclesiastici - spesso degli ex-fascisti - che possono anche es– ser guidati da preferenze personali o da pregiudizi di parte. Non soffrono, oggi in Italia, soltanto le clrssi umili. Le persone del ceto mèdio, professori, impiegati, professionisti, commercianti ed ar– tigiani hanno un estremo bisogno di abiti decenti. La maggior parte di essi non hanno l'abitudine di chiedere la carità. Molti di loro non ·se la sentono di sopportare l'umiliazione di mendicare un paio di scarpe, 1 "L'Italia Liber~," 16 agosto 1944. 557 Biblioteca Gino Bianco

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