Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America un rifiuto. Lo scorso giugno è stato comunicato che né a loro, né ai sol– dati semplici, sarebbe stato permesso di combattere, e che dovevano smet– tere di presenta~e domande scritte per ottenere tale concessione. I soldati che cooperano non portano piu sul dorso la sigla P.O.W. (prigionieri di guerra) e invece di questa la parola "Jtalia" è ora applicata alla manica sinistra della loro uniforme. Ma, mentre i prigionieri che si sono rifiutati di cooperare e sono rimasti nei campi non lavorano e ricevono 80 centesimi di dollaro al giorno, quelli che cooperano e debbono com– piere un lavoro spesso veramente pesante, riscuotono lo stesso 80 centesimi al g10rno. La questi'one del salario L'articolo 36 della Convenzione di Ginevra stabilisce che, a meno che non venga .fissata un'altra quota nell'accordo stipulato dai belligeranti, "il lavoro fatto da.i prigionieri per lo Stato deve essere remunerato in confor– mità colle paghe percepite dalle forze armate nazionali che compiono lo stesso lavo~o; oppure, se tali quote fisse non esistono, in base ad una tariffa corrispondente al· lavoro eseguito." Dobbiamo ritenere che il Governo italiano abbia concordato che i prigionieri di guerra italiani che cooperano e lavo– rano siano pagati 80 centesimi al giorno, similmente a quelli che non coo– perano e non lavorano? I prigionieri di guerra italiani sono all'oscuro dell'esistenza di un tale accordo. Essi sono stati informati dai loro ufficiali che se avessero coo– perato non sarebbero piu stati considerati prigionieri di guerra. Accettarono di cooperare e si accorsero che, benché non recassero piu sulla schiena la sigla "P.O.W.," dovevano continuare a vivere nei recinti e compiere pesanti lavori, senza che per questo le loro paghe risultassero aumentate. È naturale che si sentano vittime di una crudele beffa. A rendere la loro situazione ancora peggiore, tra i cittadini americani e i residenti di origine italiana sono stati creati dei comitati allo scopo di organizzare degli svaghi per questi uomini, ma dovunque i detti comi– tati annoverano tra i loro membri degli ex-fascisti e delle persone conver– tite alle Quattro Libertà dopo l'attacco di Pearl Harbour. Ad esempio a · Boston troviamo, nel "Committee of Representative Italian-Americans" alcuni "venerabili" dell'Ordine dei Figli d'Italia, e di quello dei Cavalieri di Colombo in precedenza fascisto.fili, il redattore di un quotidiano che an– cora oggi pubblica apologie di Mussolini, un individuo che prima di Pearl Harbour pronunciava tutti i giorni discorsi di propaganda fascista da una delle stazioni radio di Bostòn, ed altri simili "pezzi grossi" fascisti, che tuttora si fregiano orgogliosamente delle decorazioni concesse loro da Mussolini. 554 BibliotecaGino Bianco '

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