Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America il movimento democratico ed antifascista italiano ha avuto e avrà sem– pre nel Vaticano un nemico. A denunciare la condotta della Santa Sede per quello che realmente è, noi non incorriamo in nessun danno ed evitiamo il danno degli equivoci. Sappiamo benissimo che l'Osservatore Romano e gli altri organi e organetti ecclesiastici denunziano lo zampino della massoneria in qua– lunque atteggiamento ostile alla politica vaticana. Fino a poco tempo fa alla massoneria si aggiungeva anche l'ebraismo. La stampa clericale in questi ultimi tempi ha cominciato a lasciare gli ebrei in pace, e il ·vec– chio binomio "giudaismo e massoneria," cosi caro ai gesuiti della Civiltà Cattoli'ca, non continua piu a far furore che nei giornali fascisti. Siamo sicuri che Farinacci troverebbe la zampa massonico-giudaica anche nella lettera di de C6rpel. Il de Corpel non si, meravigli dunque se noi rima– niamo indifferenti anche al pericolo di essere dipinti come massoni e ebrei dai giornali di Pio XII e da quelli di Mussolini. Le anime veramente religiose sanno distinguere benissimo tra quello che è politica sebbene praticata da ecclesiastici, e quello che è religione. Noi crediamo fermamente nella piu completa e piu larga libertà di re– ligione e di culto. Noi rispettiamo le credenze religiose, gli ideali spiritua– li e le aspirazioni mistiche di tutte le anime che in tali esperienze trova– no conforto nel dolore e ispirazione per raggiungere vette piu alte nella vita morale. Ma la politica - sia essa praticata da laici o da preti, da governi secolari o da governi ecclesiastici - non è materia di fede o di rivelazione; quando si ispira a criteri pratici contingenti, opportunisti e im– morali non ha nulla da vedere con la fede religiosa. Gli storici anche piu cattolici non esitano a condannare come con– traria agli interessi religiosi la politica seguita da molti papi. Purché questi sieno vissuti almeno cinquant'anni fa, nessuno si fa scrupolo di denun– ciare i loro errori e le loro miserie intellettuali e morali. Perché sarebbe illecito usare lo stesso metodo per il Vaticano contemporaneo? Se questo è anticlericalismo accettiamo l'epiteto; ma il nostro non è quell'an– ticlericalismo volgare, maleducato e inintelligente che fece le delizie di Gui– do Podrecca, e del suo Asino, o quello che ispirò La, figlia del cardinale del futuro Duce. Il nostro è l'anticlericalismo di Dante e di tutta la no– bile tradizione italiana. Vi sono cattolici i quali non meno di noi sono convinti che il Va– ticano provvederebbe meglio al perfezionamento morale e religioso dei fedeli se si occupasse meno di politica e piu di religione. Se essi cercas– sero· di indurre i loro correligionari a condividere le loro idee, farebbero opera utile sotto tutti i rispetti. Ma trascinati dalla loro entusiastica vo– lontà di credere, essi prendono come realtà il loro ideale. Mentre sono nella Chiesa cattolica una infinitesima minoranza guardata di traverso dalle autorità costituite, essi si illudono di essere "la Chiesa" e ci dico– no che abbiamo torto a diffidare del Vaticano e dell'episcopato. Que– sti non sono quello che sono, ·ma sono quello che dovrebbero essere. Non 12 BibliotecaGino Bianco

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