Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prigionieri di guerra stnsc10ne che diceva "Viva la repubblica" "Abbasso la monarchia"; e alla fine del Congresso qualcuno gridò ''Viva la repubblica." Ma nell'insieme il Congresso non assunse mai la forma di una col– lettiva manifestazione anti-monarchica. Non fu che una ben disciplinata protesta contro "la persona del Re." Salvo i democratici cristiani, tutti gli oratori parlarono piu .o meno violentemente contro il Re. Croce denunziò in lui "il superstite rappresentante del fascismo in Italia"; e si dolse che "questa caduta fiducia nella persona del sovrano" fosse una "sventura purtroppo irreparabile";· "il caduto prestigio del Re e la diffidenza che si ha verso di lui vietano al Re stesso di raccogliere combattenti italiani contro i tedeschi"; "il Re non è in grado di formare un ministero." Non era lecito esortare gli italiani "ad abbracciarsi alla persona di un Re che per venti anni non si è lasciato abbracciare da nessuno, se non forse, ahimè, dagli uomini in camicia nera." Il Conte Sforza, pochi giorni prima del Congresso, aveva dato alla Reuter un'intervista in cui aveva escluso "in modo categorico" che in– tendesse accettare "una soluzione di compromesso nella questione della Co– rona." L'ostacolo alla cooperazione non era "di natura politica" ma si trattava di una "questione morale"; "la permanenza del Re sul trono significa che i responsabili dei disastri e dei crimini del fascismo, fra i quali il Re è il principale esponente, non saranno chiamati a rendere i conti. 11 Durante il Congresso egli superò tutti gli altri oraton 1n violenza contro "l'abbietto e infame Re." Il popolo intero esprimeva "disgusto ed orrore verso un uomo a cui si era affidato e che lo aveva tradito." Dobbiamo sperare che questa .volta egli intenda: non per l'Italia, che egli non ama, ma per se stesso... Molti mi domandano: ma il Re fu sempre cosi falso, cosi sleale, cos1 egoista? No, non fu sempre cosi... La tragedia di questo disgraziato fu il suo in– contro e il suo contatto per venti anni con Mussolini. Trovò in Mussolini il suo mae– stro... L'epurazione comprende essenzialmente, e prima di ogni altro, la persona del Re... Se vedessi una minima speranza di persuaderlo... vorrei dirgli: come non com– prendete che le stesse rare personalità estere che ancora non vi hanno sconfessato... sareb– bero le prime a rimproverare a noi, con compunto farisaismo, che noi siamo stati cosi vili e cosi sciocchi da esserci impegnati con Vittorio Emanuele per tanti mesi, perfino dopo la caduta del fascismo?... Io già prevedo che qualche importante diplomatico verrà a dirci: "Ma che cosa venite a raccontarci? Siete stati perfino incapaci di cac– ciare il Re d'Italia!..." Noi abbiamo delle ragioni di sperare, a patto che siamo puliti, a patto che non abbiamo traditori e rinnegati nelle nostre file e spergiuri... Queste cose bisogna che siano dette... non da gente che ha assassinato gli etiopi con i gas asfis– sianti; non da gente che è stata cosi pazza e insensata da fare tutta la politica fascista. E il Re era a capo di questa politica ... Perché si fece la con~uista dell'Albania? Perché un Re stupido, vile, criminale, abbietto, non contento d'essere Re d'Italia, provò il piacere, fra infantile e infame, d'essere chiamato Re d'Albania e imperatore d'Etiopia ... Non è né per odio né per rancore che noi vogliamo la eliminazione del Re e dei suoi complici superstiti. È per salvare l'Italia. Non è colpa nostra se il Re ha voluto dive– nire lui stesso il simbolo del male... Noi dobbiamo essere intransigenti là dove si tratta d'onore nazionale. 539 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=