Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dal/' A meri ca "L'abbietto e infame Re" Ho sotto gli occhi il testo ufficiale degli atti del Congresso di Bari. Dei tre oratori "democratici cristiani" Rodinò parlò come se un problema costituzionale non fosse mai esistito, e come se nessuno avesse mai domandatò l'abdicazione del Re, e come se i poteri del Re non fos– sero stati mai sospesi in Sicilia. Un altro "auspicò l'abdicazione dell'at– tuale sovrano," e il terzo aded a nome dei suoi all'ordine del giorno concordato, ma ebbe cura di far sapere che i suoi avevano presentato un ordine del giorno "piu tenue in qualche cosa" e lo avevano ritirato sola– mente per amore di concordia. Questo voleva dire che se la concordia non avesse raggiunto lo scopo di indurre il Re a far fagotto, i "demo– cratici-cristiani" si riservavano di schierarsi a fianco del Re. Da tutte le notizie che provengono dall'Italia meridionale, appare chiaro che Rodinò e i suoi seguaci si affermano come i migliori difensori della monarchia. Dal Re e dai suoi generali sperano ottenere il mantenimento non solo del Trattato di conciliazione, ma anche del Concordato, e forse qualcosa di piu per buona misura. Sembra che questi "democratici-cristiani" siano semplicemente il vecchio partito clericale del tempo· di Pio X, che formò l'ala destra cons_ervatrice del Partito Popolare sotto Benedetto XV, trad1 il Partito Popolare e trafficò con Mussolini al tempo di Pio Xl, e si ri– presenta oggi sotto spoglie "democratiche" piu adatte ai nuovi traffici nei nuovi tempi. Quali sono i rapporti tra questa democrazia cristiana e le autorità ecclesiastiche, cioè il Vaticano? Il loro rappresentante nella Giunta esecutiva dei sei "partiti," J ervolino, era uno dei condottieri della Gioventu Cattolica al tempo di Pio XI, e come tale lavorò sotto lo stesso controllo delle autorità ecclesiastiche, cioè del Vaticano. Continua tuttora a lavorare sotto il medesimo controllo? Sarebbe lecito domandare qualche spiegazione chiara su questo punto. Due oratori socialisti fecero un fuggevole accenno ostile alla "monar– chia italiana," alla "monarchia di Savoia." Il comunista Tedeschi fu .piu ardito. Egli affermò che "sotto l'egida di quest'uomo (il Re) e· di questa famiglia (Savoia) noi non possiamo costituire né un governo nazionale, né un· governo democratico." Noi abbiamo bisogno di un governo che sia realmente democratico... Questo go– verno potremo noi costruirlo sulla base d'un compromesso con un uomo e con una famiglia che è corresponsabile di venti anni di fascismo, che è corresponsabile delle catastrofi nelle quali il fascismo ci .ha gettati?... Se noi avessimo dovuto risolvere con mezzi nostri e per conto nostro il contrasto tra noi e la monarchia, senza che ci fosse in Italia la guerra, e quindi le esigenze della guerra, questo contrasto lo avremmo risolto con estrema facilità. Due congressiti provenienti dalla Sardegna s1 astennero dal votare l'o.d.g. concordato perché non invocava la repubblica. Nella sala in cui fu tenuto il Congresso faceva mostra di sé qualche 538 BibliotecaGino Bianco

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