Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America italiano avente la coscienza di un passato comune e la volontà di un comune avvenire. Gli operai di Roma che nel settembre si erano bat– tuti disperatamente contro i soldati tedeschi, mentre il Re e il suo Ba– doglio (" lo Stato") se la svignavano di notte, non esistevano. Gli scu– gnizzi e gli studenti di Napoli che senza domandar nessun permesso né al Re, né a Badoglio (" lo Stato"), avevano costretto i soldati tedeschi ad ab– bandonare Napoli un mese prima del previsto, non esistevano. I guerri– glieri eroici che nell'Italia Settentrionale e Centrale si battevano contro i tedeschi e contro i fascisti senza domandare istruzioni né al Re, né a Badoglio (" lo Stato"), non esistevano. Non erano "lo Stato." Erano appena f . d' "N . " h d d "l S " . rammenti i una az10ne c e aven o per uto o tato non esi- steva piu. Lo "Stato," sprofondatosi nell'oceano della totale dissoluzione militare e amministrativa, aveva lasciato a galla non piu che due detriti: un Re senza un regno ed un maresciallo il cui esercito, come motteg– giavano i giornalisti .americani, consisteva in un segretario che imparava l'uso della macchina da scrivere. Ma quei due detriti dello "Stato" erano stati riconosciuti dagli Alleati come lo "Stato" italiano. E questo era l'essenziale. Bisognava servire quello "Stato." Il guaio era che un popolo italiano, volere o non volere, esisteva sempre. E quel popolo, nella sua quasi unanimità, non voleva saperne di quello "Stato.·" La prova di questa realtà si ebbe in un'intervista con Benedetto Croce che il New York Times pubblicò nel numero del 30 settembre. In essa il corrispondente scriveva: Era interessante vedere quanto lui ~d i suoi am1c1 sieno diventati ostili al Re. Il Croce non ebbe che dure parole per il Re e per la sua famiglia. Essi si sono sempre arresi ai fascisti e si sono screditati in maniera tale che Croce e coloro che la pensano come lui giudicano ignobile... È chiaro che Croce amerebbe vedere una repubblica italiana sebbene creda che sarebbe difficile. ' Croce apparteneva all'ala piu conservatrice del movimento antifascista. Il movimento repubblicano in Italia doveva essere diventato assai impe– tuoso. se anche lui ne era trasportato. L'effétto di quell'intervista fu immediato in New York. Il New York Ti·mes del primo ottobre, mentre affermava che lo State Departement aveva dato a Sforza il permesso di tornare in Italia, annunziò anche che il Conte Sforz~ concorreva pienamente nell'opinione di Croce che il "Re e la sua famiglia sono ignobili" e aveva fatto la seguente osservazione: È importante ricordare èhe Croce, che disse di favorire una repubblica, è un conservatore altamente sospettoso di qualunque cosa. che sappia di comunismo e di so– cialismo ed è molto. ricco... Se tutti siamo d'accordo a volerlo, noi possiamo rapida– mente avere un esercito cromwelliano d'italiani. Ma parlare loro del Re è come se un predicatore degli Stuart andasse tra gli esaltati soldati di Cromwell. Il Conte Sforza non si arrestò qui. Continuò dicendo che Churchill proponendo all'Italia di raccogliersi attorno al Re, dimostrava di essere 532 BibliotecaGino B~anco

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