Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America avessero rifiutato la revisione dell'armistizio, dovevano tenersi il loro Re e il loro Badoglio e non domandare agli antifascisti di precipitarsi nello stesso abisso morale e politico della coppia criminale. Se la cooperazione degli antifascisti era loro necessaria, dovevano pagarla non in regalucci a vanità personali, ma in un piu giusto ed umano trattamento del popolo italiano. Niente per niente. Al Conte Sforza ed ai suoi amici della "~azzini" non passò mai per la testa che essi potessero rimanere a piedi ancora alcuni mesi, magari an– cora qualche anno. Il disonore del Re e dei suoi Badoglio ben presto doveva rivelarsi a luce di giorno a tutti gli italiani, e la loro impotenza· anche ai piu ciechi fra gli Alleati. Quando non fosse stato piu possibile tenerli su a furia di puntelli anglo-sassoni, solo allora gli antifascisti avreb– bero dovuto farsi avanti con le mani pulite, a fronte alta e l~beri da ogni responsabilità nel passato. Ma vi sono a questo mondo ragazze che rifiutano per anni ed anni i migliori partiti e poi ad un tratto sono prese dal panico e sposano il primo mostro che viene loro fra i piedi. Il Conte Sforza credeva che Roma stesse per essere presa. La pace in Italia poteva concludersi da un mo– mento all'altro. Chi non si fosse trovato sul posto per fare la concor– renza a Badoglio in zelo anglosassone, avrebbe perduto la corsa. Questo era l'essenziale:· fare come sèrivevano su Nazioni Unite, "un supremo sforzo per cacciare al piu presto i tedeschi dall'Italia." Non rimaneva, dunque, che inghiottire il Re se gli Alleati non intendevano rivomitare il Re. "V uolsi cosI colà dove si puote ciò che si vuole." Per fortuna era disponibile una foglia di fico: rinviare la decisione del problema costituzionale e del problema dinastico alla fine della guerra. Cosa fatta capç ha. È da notare che il Conte Sforza ed i suoi amici facevano distin– zione fra un problema "costituzionale" ed un problema "dinastico." Se il problema "costituzionale" fosse stato risolto con la repubblica, non ci sarebbe stato luogo per un problema "dinastico." Ma non si sapeva mai. Il popolo italiano, interrogato con quei metodi ch'erano ben noti a Giolitti, a Mussolini ed al Re, e su cui gli Alleati "liberatori" potevano ben chiudere un occhio, avrebbe potuto rispondere monarchia. Allora il problema "dina– stico" sarebbe sorto. Il vecchio traditore? Il suo figlio "pederasta," come il Conte Sforza lo descriveva a chi voleva e non voleva sàperlo? Zvonimiro I, antico Re di Croazia? Un principe inglese? Una famiglia nobile italiana? Il Papa? Ai posteri l'ardua sentenza. Ma piu persone potevano aspirare alla soluzione del problema "dinastico" e piu persone sarebbero state interessate a risolvere in senso monarchico il pro– blema "costituzionale." Badiamo bene. Nessuno domandava che gli Alleati fabbricassero una repubblica italiana. Gli scrittori di Nazioni Unite avrebbero potuto rispar– miarsi il disturbo di· temere i pericoli di una cosI sciocca idea. Gli Al– leati avevano "sospeso" l'autorità della Corona all'atto dello sbarco in 530 ~ BibliotecaGino Bianco • I

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=